A.I.F./ Week 6
Week 6 nel cassetto. Vediamo cosa è successo: i Patriots fanno paura, gli Eagles vengono ridimensionati da dei redivivi Redskins, un ultimo quarto non adatto ai troppo emotivi per la vittoria di Houston su Indianapolis, qualcuno canta – ancora – “non è tempo per noi”, Dallas è in festa, Kaepernick continui a dedicarsi alle proteste. Ultimo ma non ultimo “Don’t cry for me Carolina”. Questo, per titoli, quanto successo domenica e giù di lì nella NFL. Partiamo con gli Higlights. Gustosi!
Highlight/1 La Forza della Banda.
Non sono un fan di Ligabue – con buona pace di Simone – ma il titolo preso in prestito da un suo famoso successo calza a pennello tanto per i Patriots quanto per i Seahawks. Parliamo di due storiche – dal punto di vista dei successi – franchigie, sia chiaro. Nessuna sorpresa. Con il ritorno di Brady i Pats ora sembrano indomabili. La prestazione contro Cincinnati parla chiaro: l’acceleratore sta giù fino alla fine del match, si martella. Come Martellus. Bennet ovviamente. Gronk è tornato ad essere mostruoso: tra un trash talk e l’altro mette a referto 162 yard e 1 touchdown. A Seattle, in barba alla pioggia abituale, almeno sportivamente si torna a vedere il sole. Grazie alla d-line, ad uno Sherman versione SuperBowl, a un Wilson stratosferico. Ed a una buona dose di…fortuna. O, chiamatela calcisticamente, sudditanza psicologica. La vittoria su Atlanta è una buona prova di forza se non fosse per l’epilogo che macchia, leggermente, il successo: lo Sherminator piazza tutte e due le mani sul casco del ricevitore di Atlanta. Interferenza? Macchè…successo Seahawks.
Highlight/2 Aquile spennate.
Eagles ridimensionati dalla sconfitta con Washington. I redivivi pellerossa giocano alla grande e portano a casa il successo. Trump piange: Redskins rule. Quando Washington vince il partito del presidente in carica elegge il suo candidato, quando perde tocca allo sfidante. Nel 2012 ci fu l’eccezione.
Highlight/3 E’ finita si dice alla fine.
Titolo anni’80 da action movie reaganiano – sia benedetto nei secoli – per spiegare quanto accaduto a Houston. I Colts conducono sui Texans 23-9 a pochissimo dalla fine. Tutti a casa? Macché. Brock Osweiler si ricorda di essere un qb e conduce 2 drive che portano al pareggio. Supplementari, long pass su Jaelen Strong, calcio dalle 33 yard di Nick Novak e vittoria. Sudata, anzi, di più. Per i Texans una boccata d’ossigeno tra l’incudine e il martello. Quella di domenica è stata una vittoria che va ad inserirsi tra la sonante sconfitta con i Patriots e i prossimi avversari. Arrivano i Broncos. Auguri!
Highlight/4 Non è tempo per noi.
Nuovamente Ligabue, ma penso che a cantarla siano i supporters di Pittsburgh. Sconfitta pesante con Miami (con Miami, ripeto) e Big Ben fuori per essersi lacerato il menisco. Non è tempo, non è tempo.
Highlight/5 I Mastini di Dallas.
“I Mastini di Dallas” è un bestseller sul football, crudo più di Ogni Maledetta Domenica, vero più delle interviste a fine match. I Mastini, nuovi, di Dallas si chiamano Dak Prescott, Ezekiel Elliot e tutti gli altri terribili giovanotti texani. Una partenza a razzo, anche domenica, contro i Green Bay. Dici poco. Prescott entra nei libri dei record per il maggior numero di tentativi di passaggio senza intercetti. Elliot entrerà a breve nei libri di storia. Il terribile rookie runningback conta già 703 rushing yards. E chi lo fermerà? E dove arriverà? Dallas, orfana di Romo, sembra sempre di più una pretendente – se non al titolo – alla finale del SuperBowl. Ed infondo un po’ tutti se lo augurano: non per niente è l’America’s Team.
Highlight/5+1 Note dolenti.
Kaepernick e Carolina. Storie tristi. Il ritorno di Colin nel ruolo di qb titolare non lascia il segno. Non è colpa sua. A San Francisco la squadra non c’è e il protestatore seriale prova a fare del suo meglio: poco più di 60 yard corse, 1 touchdown e molti passaggi sbagliati. Per il momento, Colin, resta nella sideline. Continua a protestare.
Don’t cry for me Carolina. Nel senso di Panthers. Nel senso di vicecampioni. Inizio pessimo di stagione, record negativo di 1-5. In una partita, contro New Orleans, da quasi 80 punti complessivi i gattini della Carolina sembrano – ma l’avrò già detto un milione di volte – la brutta copia di quelli dello scorso anno. Altra sconfitta, al supplementare, su field goal. Lampi di Newton, per il resto buio pesto.
Alla prossima!