La Russia e Putin
Si chiama Vadim Volkov. È un sociologo e un esperto del “Levada Center”, uno dei più importanti e affidabili centro studi elettorali di Mosca. Sul tavolo i grandi numeri della Russia. Tra sondaggi e calcoli elettorali si passano in rassegna gli ultimi 20 anni di storia. Cosa succede al Paese dopo il crollo dell’Urss è riassumibile in due parole: Vladimir Putin. È lui che muove la giostra. È lui che vince e rivince le elezioni ed è lui l’avversario da battere, di quelli che al tappeto non vanno proprio mai. Parli con il professor Volkov e da subito capisci che, numeri alla mano, sarà una bella telefonata. Il job approval, la fiducia, nel presidente Putin è fisso all’89% e gran parte di questo successo è dato dalle “conquiste” e dagli scontri in politica estera. Complice un controllo sistematico e quasi maniacale del governo sulla popolazione.
Buonasera professore. A quanto ammonta la credibilità di Putin al momento?
Se guardi agli ultimi 15 anni con Putin presidente puoi notare che il suo gradimento registra diversi grossi picchi nei sondaggi. La sua popolarità accelera nel 1999 quando è ancora primo ministro e la Russia combatte la sua seconda guerra in Cecenia. Arriva all’80%. Nel marzo 2000 i sondaggi lo aiutano a vincere le presidenziali. Nel dicembre 2003 tocca l’86% al culmine di una campagna elettorale accompagnata da una crociata contro gli oligarchi locali e contro la guerra in Iraq degli Stati Uniti: arriva all’86-87%. I dati salgono ancora durante la campagna elettorale 2007-2008 in cui si assiste all’ascesa di Dimitri Medvedev. Questo è stato l’apice del suo successo politico. Il suo job approval cresce ancora nel settembre 2008: subito dopo la breve guerra con la Georgia. Tocca l’88%. E poi l’ultimo picco: siamo nel 2014, annessione della Crimea.
Qual è il motivo che ha permesso a Putin di mantenere un gradimento così alto?
Non è proprio così. Tra i picchi, guidati dai successi in politica estera, si registrano momenti in cui i russi erano pronti a scaricarlo…
Tradotto in numeri?
Così rispondevano solo due anni fa alla domanda “Perché molte persone hanno fiducia in Putin?” “Perché la gente non sa a chi altro affidarsi”. Erano il 42% della popolazione.
Dopo i fatti in Ucraina qual è il gradimento dei russi per il proprio governo?
I russi hanno sentimenti contrastanti sulla crisi ucraina. L’annessione della Crimea è stato un successo in termini di percentuali: 88% approva. Ma le opinioni su quanto accaduto nella zona est del paese sono cambiate drasticamente. Nel marzo 2014 il 74% era pronto a sostenere la leadership russa in caso di un conflitto militare aperto con l’Ucraina, ma dal febbraio 2015 il numero è sceso al 44%.
Che tipo di variazioni si sono avvertite nei sondaggi dopo i problemi con Europa e Usa?
Gli eventi in Ucraina hanno praticamente monopolizzato l’attenzione del pubblico russo nel 2014. Durante tutto l’anno questi sviluppi (l’annessione della Crimea, scontri in Ucraina orientale, convogli umanitari) hanno occupato 6-8 posizioni nella top ten degli eventi più importanti monitorati dal Levada Center. In particolare le azioni in Ucraina sono state viste in una prospettiva molto diversa in Russia rispetto che altrove. Ad esempio solo il 30% dei russi crede che la Russia e l’Ucraina sono in guerra. La percezione della maggior parte dei cittadini è che il ruolo del loro paese debba limitarsi a fornire sostegno umanitario per la popolazione civile in difficoltà.
Le sanzioni economiche imposte dall’Occidente che peso hanno?
Un ulteriore deterioramento dell’economia russa potrebbe minare la base della popolarità del regime: la stabilità sociale.
Dove nasce elettoralmente l’idea di annettere la Crimea?
Per la prima volta dopo il crollo dell’Unione Sovietica l’annessione della Crimea ha fatto sì che i russi si sentissero ancora una superpotenza. L’80% degli intervistati era d’accordo con questa affermazione nella primavera del 2014. La maggior parte dei russi non sono in grado di scrollarsi di dosso l’illusione inebriante della grandezza nazionale.
E il resto lo fa la propaganda governativa…
La propaganda aiuta a spostare l’attenzione da un argomento all’altro. Dall’annessione della Crimea alle malefatte dell’esercito ucraino, al male dell’Occidente, alle sanzioni. Gli spin-doctor sono sempre alla ricerca di nuove storie per mantenere alta l’attenzione del pubblico.
Esiste un‘opposizione?
I candidati indipendenti non hanno accesso alle trasmissioni Tv e la loro capacità di vittoria è seriamente compromessa. Ma la comparsa di un’alternativa può rapidamente e radicalmente cambiare la situazione.
Un esempio?
Nelle elezioni del 2013 a Mosca il candidato sindaco dell’opposizione, Alexei Navalny, è stato in grado di migliorare la sua posizione nei sondaggi nel giro di pochi mesi e alla fine ha preso il 27% dei voti. Ma la maggior parte dei russi ritiene che l’opposizione “si preoccupa solo di arrivare al potere e non ha alcun interesse per la povera gente”. Solo l’11% non è d’accordo con questa affermazione.
Chi è l’elettore tipo di Putin?
Quasi la metà dei sostenitori di Putin sono persone senza opinioni politiche chiare che hanno poco interesse per la politica. Queste persone sono particolarmente sensibili alla pressione della propaganda, ai loro capi al lavoro e alle autorità locali. Sono quelli che hanno sentimenti neutrali nei confronti di Putin (“Non posso dire niente di male” e “Non posso dire niente di buono” su di lui). Un soglia molto alta di persone poi rimpiange il passato e vota a favore di un’Unione scomparsa ormai da tempo dalle carte geografiche. I russi vogliono sentirsi potenti e Putin sa come accontentarli. L’approccio paternalistico di Putin parte da questo assunto. Poi c’è il welfare e tutta quella gente che vive di Stato, tra sussidi e “misure generose” del Cremlino. Ecco chi vota Putin.
Tra qualche settimana negli Stati Uniti si vota. Se il popolo russo dovesse magicamente votare per Trump o Clinton, chi sceglierebbe?
Un 35% voterebbe per Trump, un altro 30% voterebbe la Clinton. Tutto il resto degli elettori non si recherebbe alle urne probabilmente. Lo dico sulla base di quanto i media russi abbiano dato spazio alla notizia, parlando di quello che accade a Washington. La nostra stampa ha parlato di Trump e una buona parte ha criticato la Clinton.
Quanto sono distanti Putin e Trump?
In che senso?
Le loro politiche, la loro idea di Stato…
Entrambi criticano la globalizzazione ed esaltano il proprio paese. Sono nazionalisti, populisti. Ecco, le loro somiglianze partono da qui. Poi in America esiste un sistema di pesi e contrappesi che in Russia non abbiamo (ride, ndr). Trump è in campagna elettorale e si mostra amichevole nei confronti del nostro presidente.
Una volta eletto cambierebbe idea?
Questa è una bella domanda.