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CHI SIAMO
ANDREA MANCIA. Oscilla tra i due estremi del pendolo libertarian-conservatore e crede fermamente nella strategia fusionista. Crede fermamente anche nella S.S. Lazio, l’unica cosa per cui venderebbe tutto, anche questo blog. Con Simone e molti altri ha fondato Tocqueville.it, Notapolitica.it e Spincon.it. Ha seguito le presidenziali americane dalla Virginia (2008) e dalla Florida (2012), ma nulla ha potuto contro lo strapotere obamiano. Appena è rimasto a casa, il Partito repubblicano ha ricominciato a vincere (anche se con Trump). Giornalista per vivere (è vicedirettore a L’Opinione, dove è nato e cresciuto professionalmente, ha lavorato anche a Ideazione e Liberal). Dal 2008 è stato il telecronista ufficiale delle corse clandestine di cavalli, dove tifava Varenne senza mai confessarlo. Si occupa da anni dell’utilizzo delle nuove tecnologie nella comunicazione politica. È nato a Torino, vive a nord di Roma e si sente del Nord-Est (oltre che dell’Idaho e della Florida). Sposato, due figli, un maschio e una femmina. Sono molto più belli di lui e hanno preso tutto dalla mamma. Fumava Marlboro rosse e beveva birra, oggi si accontenta di Camel Silver, Coca-Cola Zero e Perrier (anche se francese). Vino no, soprattutto se non ha le bollicine.
Facebook: www.facebook.com/andrea.mancia
Twitter: twitter.com/#!/andreamancia
Il vecchio blog: ideazione.blogspot.com
SIMONE BRESSAN. Cuore friulano. Considera gli anglosassoni superiori a tutti gli altri, ma solo se sono Conservatori o Repubblicani. Assieme ad Andrea ha fondato Tocqueville.it, Notapolitica.it e Spincon.it. Si è affezionato così tanto al suo compagno di viaggio che ha scelto di farci società per creare questo nuovo blog. È diventato zio onorario dei figli di Andrea e lavora soltanto per comprare loro un sacco di regali. Né Andrea né la moglie apprezzano, ma lui se ne fa una ragione. Anche lui era in Virginia e Florida e nulla ha potuto per salvare McCain e Romney. Però si è comprato un sacco di felpe da Abercrombie. Per questo è ufficialmente considerato l’anima metrosexual di questo blog. Tifa Udinese da sempre. È la voce tecnica delle corse clandestine di cavalli, inviato speciale negli ippodromi di Nord Est. Considera Francesco Sciotto un fratello, anche se acquisito. Ha fumato Toscani Antica Riserva finché è stato possibile, poi Antica Tradizione. Pidiellino anomalo e fidanzato con una democratica clintoniana. Beve Vino, Birra, Coca-Cola e Negroni sbagliato. Champagne no, è francese; meglio le bollicine della Ribolla Gialla.
Facebook: www.facebook.com/simonebressan
Twitter: twitter.com/#!/simonebressan
Il vecchio blog: www.freedom-land.it/
LUCA BOCCI. Liberal-conservatore con derive libertarie, pasdaran del libero mercato, realista in geopolitica, estremista solo quando si parla di responsabilità personale sui temi sociali (in confronto alle risse che ho in testa, le Termopili sono una passeggiata di salute). Con grande dispiacere di mio padre juventino, convertito alla causa rossonera alla metà degli anni ’80 (che adoro oltre ogni limite). Entrato in redazione a 18 anni (ha scritto per La Nazione, Il Giornale, La Padania, L’Opinione, L’Avanti e altre riviste che non ricorda), ha fatto tutto, ma veramente tutto per fuggirne, fallendo miseramente. Dopo flirt col marketing, consulenze finanziarie e non, traduzione e anche localizzazione di videogiochi (l’insana passione per Yoshi è l’unico -spera- residuo degli anni in Nintendo), ha finito per fare il giornalista radio-televisivo che non appare né in televisione, né in radio ma solo su internet. Lavora per la più importante ditta al mondo di video-on-demand sportivi ma nessuno la conosce, quindi non può vantarsene. Telecronista per caso, di fronte ad una partita del Brasilerao viene posseduto dallo speaker del Maracanà. Da un anno e spiccioli abita ad Isleworth, West London ma in centro c’è andato due volte due. Provinciale ora e per sempre, nasce a Pontedera all’ombra della Piaggio: il cuore è invece da qualche parte tra Il Cairo e Dallas. Si occupa di politica USA da una vita ma su internet solo dal 2004. Single un po’ per scelta molto per pigrizia e terrore di essere di nuovo annichilito dalla solita intellettualoide più a sinistra di Lenin delle quali si invaghisce. Fuma più di quanto vorrebbe, praticamente astemio, non sopravvive senza cola light e crisps. Vista la sua indifferenza per caffè, vino, gallismo e furbettismo si chiede se prima o poi non gli sequestreranno il passaporto. Dicono che sia un leader del Tea Party mondiale e che si muova dietro le quinte per far scoppiare la rivoluzione liberale planetaria ma, secondo me, sono tutte chiacchiere.
Facebook: www.facebook.com/bocciluca
Twitter: twitter.com/#!/lucabocci
Il vecchio blog: L’antro dell’Apolide
CALAMITY JANE. Nata nel 2005, seconda di due figlie, ha da subito accusato notevoli difficoltà nel rapporto con sua sorella maggiore, Paola Liberace, decisamente più vecchia, inspiegabilmente attratta dalla televisione, nonché vagamente meno incline all’utilizzo inconsulto del Winchester. La sua fulminante carriera di rompiballe, costellata di proiettili esplosi a bruciapelo contro i soliti luogocomunismi (soprattutto quelli che spacciano come assodata la coincidenza tra destrovotante e disonesto/decerebrato/olgettina/prezzolato/indegno a vario titolo) si limiterebbe ormai a sporadiche sentenze dall’aldilà (per lo più espresse sotto forma di tweets), se non fosse stata all’improvviso richiamata in vita dall’urgente necessità di precisare su queste pagine il suo parere su pressanti interrogativi del tipo “se non ora, quando”? Parere che, come potrete leggere, suona più o meno: “maddeché?”.
Twitter: twitter.com/#!/calamityjane
Il vecchio blog: [morto insieme a Splinder]
MICHELE LIGORIO. Udinese di nascita ma amerikano dentro. Tifa Orlando Magic da quando Penny Hardaway e Shaquille O’Neal rappresentavano la miglior divagazione sul tema “play-centro”. È andato a Londra e si è comprato una canotta di Shaq. Mentre era sul volo di ritorno, The Diesel è stato ceduto a Los Angeles. Non ha più comprato canotte (nemmeno di Gregor Fucka) ma non ha smesso di tifare per i Magic. Con Simone Bressan ha condiviso praticamente tutto: dalla scuola alle squadre di calcio, passando per le insane manie per la palla a spicchi americana e le nottate in piedi a veder Michael Jordan duellare con Karl Malone. Una delle sue passioni più grandi è calcistica e si chiama Inghilterra: è iniziato tutto con Steve McManaman e tutto prosegue all’insegna del sempre verde brocardo “questo è l’anno buono”. Puntualmente smette di guardare europei e mondiali prima degli altri, ma nessuno al mondo gli potrà togliere la soddisfazione di aver esultato per Gasgoigne che, visibilmente alticcio, fa gol alla Scozia. Degustatore attento di marshmellows e di junk-food di tutti i tipi, recentemente si è cimentato con successo in cucina: i suoi pancakes e i suoi waffles sono inarrivabili anche se assaggiati nella vecchia Europa. Così innarivabili che, per ringraziarlo, sua sorella ha scelto di fidanzarsi con un marine dell’Ohio (lui giura di non aver influito per niente). Sposato con una democratica bassoliniana, ha lasciato che la messa venisse celebrata da un semplice sacerdote e non da John Cena. Voleva anche che le fedi fossero lanciate in un pallone da football verso un altare a forma di touch-down: la Michelle Obama friulana ha detto “no, grazie” e non se ne è fatto niente. Nel giorno più importante (e più bello) della sua vita, ha voluto Simone vicino. Simone, da tempo, lo voleva vicino nel blog più importante (e più bello) della sua vita. Missione compiuta.
Facebook: https://www.facebook.com/michiligo
CRISTINA MISSIROLI. Infastidita dalle notizie e allergica al telefono, ha scelto di fare la giornalista perché le avevano assicurato che era sempre meglio che lavorare. Senza vincoli di bilancio avrebbe preferito sciare e gironzolare. Come molti altri giornalisti liberali della sua generazione ha cominciato a L’opinione diretta da Arturo Diaconale. Compagna di banco di Andrea Mancia all’università come in redazione, è stata giocoforza una fondatrice di Tocqueville.it. Ha ucciso il suo primo blog KrilliX.it – che già aveva quasi abbandonato durante gli anni passati a Mediaset – quando ha accettato l’incarico di capo ufficio stampa di Giorgia Meloni al ministero della Gioventù. Ha sostituito la sua attività pubblica on line con mail private alla ministra piene di citazioni di Reagan e Thatcher. Un tentativo di rieducazione culturale ambizioso rimasto incompiuto un po’ per la prematura caduta del governo Berlusconi, un po’ per l’estrema riluttanza della ministra.
Facebook: www.facebook.com/KrilliX
Twitter: twitter.com/#!/krillix
Il vecchio blog: krillix.it
Identità segreta: Homicidal Psycho Jungle Cat
UMBERTO MUCCI. Si autodefinisce Nando Moriconi 2.0, essendo romano, ammaricano (molto, ammaricano) e amante del provocatorio e provocante maccarone che puntualmente finisce nel suo misurato pancino. In grado di rispondere puntigliosamente a molte difficili domande tranne “ma tu, che lavoro fai?”, è cresciuto nei mitologici anni ’80 ascoltando musica inglese e americana e venerando Ronnie e Maggie, che definisce a testa alta i suoi eroi. Professionalmente si è occupato di sanità, pubbliche relazioni, cultura, eventi, editoria, Made in Italy, internazionalizzazione, marketing. Oggi scrive, insegna e opera nel mondo dei rapporti tra Italia e Stati Uniti, le due parti in cui è diviso il suo cuore. Pigro ma vivace, diplomatico e attaccabrighe, beve Coca Cola ghiacciata appena può. Non ha vizi se non l’essere Umberto Mucci, e dell’elefante non ha solo la stazza: non dimentica chi gli ha fatto del bene ma anche chi gli ha fatto del male. Passa i suoi 25 aprile ringraziando gli americani che hanno liberato l’Italia. Tifa New York Yankees, Dallas Cowboys e Boston Celtics e, naturalmente, Milan. Ha un tatuaggio che dice che ama New York e un altro che dice che non dimenticherà mai l’11 settembre, e farebbe di tutto, ma proprio di tutto, per sua figlia Valeria. Ha sempre avuto, ha e sempre avrà (no matter what) fiducia nel popolo americano.
Facebook: http://www.facebook.com/umberto.mucci
DARIO MAZZOCCHI. È un conservatore per istinto, ma il fatto che alla palla rotonda preferisca quella ovale da rugby lascia intendere una certa anarchia, dettata comunque dalle regole del gioco. Nato il 28 gennaio come Gianluigi Buffon e Nicolas Sarkzoy, tende a ricordare con piacere il primo e dimenticare il secondo. Nato in provincia (Piacenza), cresciuto in provincia (di Lodi) e con legami con un’altra provincia (Cremona, ma meglio Crema senza dubbio), non è un provinciale. Fusionista degli argini lombardi ed emiliani del Po, si è laureato con una tesi in comunicazione politica su Giovannino Guareschi e benedice il giorno in cui l’ha conosciuto durante un’ora di supplenza ai tempi delle scuole medie. Ha trovato in Ayn Rand un’ottima ispirazione per le relazioni personali. Non sopporta i metrosexual e i liberal (e a differenza di quest’ultimi, non augura la morte a chi non la pensa come lui). Se non c’è l’Italia, diventa sostenitore del Galles, soprattutto quando sfida l’Inghilterra, ma si emoziona da matti quando i francesi fanno spettacolo. Beve vino rosso, birra e – se capita l’occasione – armagnac. Fuma. È giornalista perché gli piace, i motivi umanitari li lascia volentieri agli altri. Fa anche il prof. – il prof, non il professore – d’inglese. Obviously.
Facebook: www.facebook.com/dmazzocchi
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Tumblr: ringoworld.tumblr.com/
Il vecchio blog: mondopiccolo.wordpress.com/
FILIPPO NARDELLI. Nasce a Firenze e questo lo porta ad essere polemico per natura. Come se non bastasse, più per destino che per scelta, si è sempre trovato dalla parte sbagliata della barricata: conservatore in una regione rossa, liberale in un paese statalista, individualista in un’Europa accentratrice e cattolico in un mondo pagano. Americanista convinto, qualsiasi presidente ne sia il “commander in chief”, beve solo Coca Cola, mangia carne, odia le verdure e in cuor suo sa che per tutto questo un giorno sarà ghettizzato. Per il momento non fuma ma quando le sigarette verranno vietate anche nei luoghi all’aperto inizierà a fumare il Toscano. Nel frattempo fra una partita a Skyrim e una a Fifa sta cercando di laurearsi in Storia Contemporanea. Cuore Viola ha seguito le gesta della Fiorentina sia in Champions League a Wembley sia Gualdo Tadino in C2 e ovviamente è molto più orgoglioso della seconda.
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Twitter: twitter.com/#!/FilippoNardelli
Il vecchio blog: commonsenserevenge.wordpress.com/
FRANCESCO SCIOTTO. Raro caso di siculo-padano: una volta scoperta l’esistenza di una cosa “strana” chiamata lavoro, l’ha trovata più divertente di party, cazzeggio e aperitivi, e da qual momento non l’ha più mollata. Si sveglia all’alba per leggere tutti i quotidiani esistenti in questo Paese e va a dormire a notte fonda per leggere le anteprime di tutti i quotidiani esistenti in questo Paese. Nato in tardo autunno con la camicia, d’estate porta almeno la polo, in pratica si sente nudo senza un colletto. Onnivoro in quanto a musica, libri e frutti di mare crudi. Preferisce i sapori forti: scotch whisky invecchiato, toscano antica riserva, caffè amaro, cioccolato fondente, e stoner rock. Ha fede in poche cose: il basket, Fahrenheit e l’ironia di Douglas Adams. Insieme ad Andrea e Simone (che considera un fratello) ha dato vita ai progetti di Tocqueville, Notapolitica e ne ha pensati molti altri. Vorrebbe trovare il tempo per tornare a bloggare come ai tempi di Starsailor. Ha raccontato il fenomeno Sarkozy anni luce prima di buona parte della stampa italiana. Ora lo detesta. Dovrebbe dormire di più. E smetterla di scrivere profili come questo.
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Il vecchio blog: StarSailor
MICHELE DI LOLLO. È dell’87, è laureato, è di destra. Una destra lontana dalla tradizione sociale. Per essere precisi, si riconosce in quello spazio politico che riduce la sua essenza all’individuo, alla sua libertà. Crede nel mercato, nella libera impresa e subisce per questo il fascino delle grandi storie imprenditoriali dai fast-food alla Coca cola, passando per l’ “estrema” strategia di marketing della Red Bull. Detesta lo statalismo, cerca di studiare quando ha tempo il liberismo, perché a scuola non glielo hanno mai insegnato o non lo ricorda. Ronald Reagan e Margaret Thatcher sono due pilastri del conservatorismo e lui, nel suo piccolo, è dalla loro parte anche se in questo paese non c’è praticamente niente (o quasi) da conservare. È redattore di Tocqueville.it, di RightNation.it, e di Notapolitica.it non necessariamente in quest’ordine. Collabora con vari quotidiani e testate online come Il Giornale, L’Intraprendente, L’Occidentale, L’Opinione. Tifa la SS Lazio e prima o poi adotterà un Lupo Cecoslovacco con cui fare lunghi discorsi di donne e politica.
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