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The last dance

Si va al voto, divisi. Come le regole delle democrazie impongono. Era divisa l’America di Kennedy, è divisa l’America di Bush, è divisa la Germania di Angie Merkel (nonostante la Grosse Koalition), sarà divisa l’Inghilterra di Cameron. A nessuno si chiede di unificare un paese, gli si chiede di governare. Di renderlo migliore, di prepararlo alle sfide del futuro. Per questo andiamo a votare, ognuno con i propri sogni, le proprie aspirazioni, i propri dubbi, le proprie paure. Ma ci andremo divisi, perchè così dev’essere quando si è un paese democratico. Senza divisioni, senza discussioni, senza polemiche e confronti saremo un bellissimo totalitarismo in salsa nostrana. Sinceramente, meglio le divisioni. In gioco c’è il governo di questo paese nei prossimi cinque anni. La politica estera, quella sull’immigrazione, quella fiscale. Tutto si gioca su temi concreti, al di là delle beghe da salotto buono. La gente deciderà con la pancia e con il portafoglio in mano. Sapete già da che parte sto, per cui non sto qui a ripeterlo. A voi auguro solo un buon week-end e che da martedì si riprenda a discutere del futuro di questo paese. Chiunque vada al governo, non smetterò mai di difenderlo perchè l’Italia è il paese che amo.

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