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Analisti border-line
Ieri sera Eugenio Scalfari ha detto la sua: non siamo superiori, siamo solo onesti. Come per dire che qui a destra siamo tutti ladri,servi del nano di Arcore e cazzate varie. Poi ha messo il carico da undici e ha definito Castelli un ministro al limite (border-line è più chic come gli ha fatto notare il diretto interessato). Tutto questo mentre Bersani rideva, Rutelli leggeva, il pubblico applaudiva, Mieli sparava cagate pazzesche su “loro almeno hanno fatto mea culpa” e un giornalista di Milano ci dava l’ultimo bollettino aggiornato da “Palazzo di Giustizia”. Nel frattempo Castelli e Cicchitto spiegavano che MontePaschi e Unipol sono di proprietà diessina, che le Coop rappresentano una vera e propria “economia nell’economia” e che Consorte ha compiuto il reato di “insider trading” al telefono con Fassino. Come sempre: da una parte i fatti, dall’altra la spocchia dei primi della classe. Un solo,piccolo, rimpianto: che a Ballarò non ci fosse stato Tremonti che proprio la sera prima aveva smontato e rimontato come un Lego il presidente diessino a Porta a Porta. Avanti di questo passo spaventeranno gli elettori moderati come solo loro sanno fare, e queste elezioni si vinceranno in scioltezza. Il premier, intanto, è partito alla carica: stasera a Porta a Porta contro Bertinotti. Alè (come direbbe Floris!). Freedomland’s Round up: The BrainWash: La questione morale e il Reagan italiano. Corrado: Governeranno come avevano già governato Daw su condono ed ex-cirielli Watergate: la pensa come me e fa un pò di chiarezza