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Il pressing su Ciampi non serve

Non mi piace questo Presidente della Repubblica per mille motivi. Politici innanzitutto. E’ stato ministro con D’Alema, con Amato, ci ha portato nell’Euro in questo modo così sciagurato, è stato governatore della Banca d’Italia e simbolo di quelle politiche lontane dalla gente e dal mercato. Non ultimo: nessuno lo ha mai votato, mai una volta si è sottoposto al giudizio popolare. Non è poco. Però sulla legge Pecorella ha ragione. E’ una legge palesemente anti-costituzionale. L’avrebbe bocciata la corte se non l’avesse fatto lui. Ma il motivo del contendere è un altro. Berlusconi ha alzato il ritmo; è andato da Ciampi e ha chiesto il prolungamento della Legislatura. Tutto questo pressing, non ha senso. Ciampi, a torto o a ragione, è percepito dall’elettorato moderato come un “super partes”. Uno che non si è mai immischiato, uno che ha sempre tenuto un “low profile” politico, privilegiando l’oculatezza istituzionale. Io non sono propriamente d’accordo, ma la realtà ci pone questo dato ed è giusto farne tesoro. Berlusconi sbaglia quando presta il fianco a interpretazioni maligne sul suo rapporto con il Colle. Si tenga lontano dal Quirinale, lasci le polemiche ad altri e continui ad attaccare la sinistra come stava facendo. Ora che di là sono in difficoltà la carta da giocare è quella della mobilitazione dei moderati. Con un (eventuale) attacco al Colle, i moderati si spaventano.

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