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The Quiet Revolution
Era atteso da tempo l’update al documento programmatico del partito di David Cameron. La prima versione di “Built to last” era stata definita da alcuni “self-evident“, tanto che anche all’interno delle file conservatrici si erano levate voci di dissenso per un documento eccessivamente vago e poco coraggioso. Da più parti si chiedeva a Cameron un necessario salto di qualità. La sua ascesa politica sembrava ricordare troppo da vicino quella di Tony Blair per poter piacere ai difficili palati dei Tories. David Cameron non ha, però, rinnegato sè stesso. Ha smesso per un attimo i panni di “Mr nice Guy” per vestire quelli del leader coraggioso, e ha finito per redigere un documento moderno decisamente “right“. L’indviduo di nuovo al centro, riduzioni fiscali e meno stato sembrano essere le ricette proposte al Regno Unito per raccogliere al meglio le sfide del ventesimo secolo. Tutto incentrato su quella che Cameron chiama “Responsiblity Revolution“, ossia una rivoluzione copernicana nel modo di intendere lo stato e la società. “A Responsibility Revolution to create an opportunity society“, una società in cui “everybody is a somebody, a doer and not a done-for“. Un messaggio alla nazione che lui stesso definisce “innovativo, di ottimismo e speranza“; un messaggio che nasce dalle riflessioni del primo documento e dal confronto con la base. Un messaggio che verrà ulteriormente sottoposto al giudizio degli iscritti al partito. Un messaggio che cambierà il partito conservatore, il Regno Unito e,speriamo, l’Europa. Speak Corner: BBC, BBC2, Guardian,Daily Mail, Dizzy Thinks, CEP, Cameron Leadership, Ian Dale,