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Labour, abbiamo un problema

Il rilevamento statistico sul gradimento dei leader politici britannici crea non pochi grattacapi al Labour Party. Come vi avevamo raccontato, nei giorni dell’attentato sventato nei cieli di Londra, Tony Blair si sollazzava al sole dei Caraibi mentre l’incombenza di fronteggiare giornalisti e opinione pubblica è toccata al ministro John Reid. Reid ha saputo gestire egregiamente la pressione mediatica e, sopratutto alla luce delle disarmanti affermazioni di John Prescott, si è presentato come la faccia presentabile del Labour Party. Il sondaggio lo premia, infatti,come leader più popolare. Anche più di David Cameron che non subisce oscillazioni nel suo grado di popolarità. A continuare l’inesorabile discesa è Tony Blair mentre, dopo una leggera ripresa, torna a scendere il dato di Gordon Brown. Il sondaggio lascerebbe il tempo che trova, considerandola lontananza da appuntamenti elettorali importanti e il fatto che c’è ancora tutto il tempo per mettere in atto la tanto reclamata staffetta Blair-Brown. Il problema è rappresentato,però, dall’imminente congresso della sinistra inglese a settembre.Già qualcuno vocifera di un partito pronto a chiedere le dimissioni di Tony Blair. In questo caso Brown rappresenterebbe un cavallo al momento perdente e sull’onda lunga dell’emergenza attentati la scelta cadrebbe inesorabilmente su John Reid. E pensare che a Blair bastava non rimanere a prendere il sole ai Caraibi per un paio di giorni.

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