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Prodi alla Camera/ LIVE

18.21: Interventi in tono decisamente minore. Il live finisce qui. Prodi si è imbalsamato o è stato imbalsamato da Vannino Chiti, coadiuvato da Franceschini. Belli e frizzanti gli interventi di Tremonti e Fini, appassionata la difesa di Fassino, davvero imbarazzanti Giordano e Diliberto.  18.08: Fabris (UDEUR): Telecom scandalo montato ad arte per compattare una Cdl ormai allo sbando. Evidentemente non ha sentito le dichiarazioni del suo leader sulla Finanziaria e non ha ascoltato le dichiarazioni della maggioranza.  18.02: Conciliabolo Franceschini, Chiti, Prodi. Prodi visibilmente scuro in volto.Franceschini con la tipica faccia di chi dice “tranquillo Romano, va tutto bene”.  17.59: I Verdi chiedono che che il Governo si costituisca parte civile nel caso Telecom per chiedere un risarcimento, poi Bonelli elogia Prodi “intervento rigoroso”.  17.53: Parla Angelo Bonelli,dei Verdi. La cosa rilevante è la somiglianza con il cantante degli Stadio  17.49: Grazie a Oliviero Diliberto scopriamo che il nostro paese è in piena ubriacatura “da liberismo”. Una ubriacatura a cui lui si è opposto. E su Telecom il governo ha il dovere di intervenire. Qualcuno ci spieghi gli interventi di Villetti, Diliberto, Giordano e Fassino. Se messi insieme dicono 4 cose diverse. E Prodi ne dice una quinta. Benvenuti nella Repubblica Popolare Italiana.  17.42: Villetti: “a sinistra riformismo debole”. Prima di lui, Cota, aveva definito Prodi “un professorino da istituto tecnico più che un economista”  17.38: Scambio di gentilezze tra Fini e Casini. Il dibattitto prosegue,molto più scialbo. Villetti evita critiche dirette al Premier ma chiede “più concorrenza” e chiede di escludere categoricamente ritorni al passato.  17.08: Casini ricorda il calvario di Telecom, i passaggi a Colanninno e Tronchetti Provera e i continui interventi dello Stato e dei governi di sinistra. Attacco a Di Pietro: a mercati aperti ha chiesto le dimissioni di Tronchetti Provera. Casini non entusiasma come Tremonti e Fini ma è analitico ed efficace, chiede “meno balletti da salotto” e più concretezza,più privatizzazioni serie e non “politiche”  17.01: Tocca a Casini e l’inizio è “siamo moderati, ma non ingenui”. Se ci illumina e ci dice anche che non è di sinistra,stiamo a posto.  17.00: Fassino chiude chiedendo di dimenticarsi questa vicenda. Non si capisce perchè dovremo lasciar correre; forse per beneficienza.  16.50: Interviene Fassino. E apprendiamo che non vive in Italia. Accusa Tremonti di aver mentito sulle Finanziarie precedenti (mai censurate dall’Europa) e si dimentica del casino che stanno combinando in questi giorni. Poi afferma che Prodi nel suo famoso “siamo matti?” non si riferiva al Parlamento. In realtà si trattava di una partita di poker. Benvenuti nel Partito Democratico.  16.36: Tocca a Fini. Accusa Prodi di essere nervoso e intimorito. Richiama le parole di Tremonti (e questa è una notizia). Rimarca il fatto che il Presidente ha mentito agli italiani. Fini fa l’elenco delle bugie di Romano Prodi e le lega agli assetti bancari e finanziari di questo paese. Una lista di accuse gravissime. Fini rimane il più grande oratore che l’Assemblea possa annoverare. 16.35: Affondo di Tremonti: Lei ha mentito agli italiani, all’aula e al paese. Non può governare con la necessaria dignità. Continui a ridere.  16.32: Attacco durissimo di Tremonti: perchè consigliarsi con Rovati quando Rovati non è un economista. Accusa Prodi di essere un affarista, ma difende l’elettorato di sinistra: lì dominano, dice Tremonti, valori e principi diversi dai nostri ma valori e principi degni di rispetto. Il paese deve sapere che Prodi mischia affari e politica e usa gli uni per gli altri.  “O lei non è onesto o non è capace”. Quante cariche ha Presidente Prodi? Strepitoso Tremonti, Prodi ridacchia nervoso. 16.26: Tocca a Tremonti. “Un piacere vederla in quest’aula, non è stato un piacere sentirla.”  Tremonti accusa Prodi di non aver parlato di Telecom e rilancia “se schiacci il tubetto è poi difficile rimetterci il dentifricio dietro”. Accusa Prodi di aver commesso l’errore più grave: collocare Telecom sul mercato senza che ci fossero i capitalisti per comprarla. Chiede chiarimenti al Governo su ciò che è accaduto: incontri privati, comunicati sugli investimenti esteri e totale discredito del Paese. Alle spalle di Tremonti, Benedetto della  Vedova. 16.22: Continua Giordano, accusando gli industriali di fare profitti chiedendo al Governo di ripianare i debiti. Continua la TOTALE divergenza col discorso di Prodi: la rete ai privati,secondo Giordano, è un danno e porta diretta alla repressione delle libertà personali. Ma questo non è un governo dirigista.  16.19: Parla Giordano. Serve attenzione per i lavoratori di Telecom, Tronchetti Provera accusa politca e sistema per discolparsi, il Governo ha il dovere di occuparsi di Telecom. L’esatto contrario di ciò che ha appena detto Prodi. 16.15: Iniziano gli interventi dell’Aula. L’ordine precostituito viene cambiato: Rifondazione e Ulivo si scambiano i posti, così Fassino potrà intervenire tra gli ultimi e non subito. L’ennesima fuga dal dibattito.  16.13: La conclusione di Prodi: a chiederci un intervento è l’Europa, ogni governo interviene secondo la sua storia e i propri interessi. Il nostro governo, è evidente, ha agito male. 16.10: Prodi dice di non aver mai emesso giudizi su Telecom ma di aver, semmai, fatto notare che c’era un cambiamento di strategia in corso. L’obbiettivo: non uno stato proprietario della rete, ma uno stato che garantisca un accesso equo alla rete. Per farlo servono regole chiare e trasparenti (le regole, per chi non lo sapesse, sono la grande fissa di Prodi).  16.07: Scopriamo che Prodi conosce la storia della telefonia italiana. Cita con perizia tutti i passi principali del settore, dati e date come un fiume in piena. Poi la chiusura: Telecom Italia è debole, colpa dei debiti. Poi imputa i debiti alle fusioni Olivetti-Telecom e Telecom-Tim. Mastella telefona (Tim?), Rutelli si sistema il nodo della cravatta. 16.05: Continua l’attacco al Governo Berlusconi, sviando di fatto il discorso. Di Telecom già non si parla più. Proteste di Forza Italia e AN  16.00: Prodi rivendica la più grande privatizzazione italiana, quando era Presidente dell’Iri e ricorda gli sbilanciamenti del capitalismo italiano. Attacco al centrodestra: “quando eravate al Governo avete fatto peggio di noi” e cita l’utilizzo della cassa Depositi e Prestiti  15.55: Interviene Bertinotti e riapre la seduta, stigmatizzando il comportamento dell’opposizione e fa riprendere il Presidente Prodi, invitandolo a continuare.  15.44: Seduta ancora sospesa, litigio Volontè-Bertinotti all’uscita dall’aula. Il Presidente della Camera avrebbe ricevuto rassicurazioni dai capigruppo del centrodestra riguardo all’atteggiamento da tenersi in aula.  Visti i risultati non si può certo dire che il subcomandante Fausto abbia una gran capacità di moral suasion. Arrivano le prime reazioni. Pecoraro Scanio: “Destra cerca rissa”. Berlusconi: “Prodi imbarazzante”. Gasparri: “Poco abituato alle dinamiche democratiche, ci fosse stato Pannella avrebbe saputo rispondere”. 15.15: Dopo vari bofonchiamenti e giravolte linguistiche il Presidente Prodi arriva al dunque: “ per me in particolare il dirigismo significherebbe sconfessare parte della mia storia professionale”. La Russa organizza la resistenza e il centrodestra si mobilita. Rutelli sbotta, Chiti è perplesso, Prodi imperterrito cerca di ripetere la frase dieci volte. Niente, gli An boys glielo impediscono. Bertinotti si riscopre di colpo istituzionalmente corretto e sospende la seduta. Riunione dei capigruppo in corso. 15.05:E’ il giorno di Romano Prodi alla Camera dei Deputati, per riferire sull’affare Telecom Italia. L’inizio è subito polemico, con l’accusa di una replica dell’affare Telecom Serbia, dove si tentò di infangare l’onore del Presidente del Consiglio. Rimanda al mittente le accuse, attacca l’opposizione a cui non sono bastate le dimissioni di Rovati che “hanno fugato ogni dubbio”. Il Governo non è dirigista, non è statalista, si occupa solo di ciò di cui si deve occupare: le questioni di un’azienda privata.

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