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Scrivetegli una mail,vi risponderà

Frontiera Ovest, numero 1. Quando Cameron ha deciso di cambiare il partito Conservatore, di svecchiarlo, di renderlo più appetibile agli occhi delle giovani generazioni ha scelto una strada, come al solito, originale. Provare a cambiare un movimento chiedendo alla sua classe dirigente di rinnegare anni di battaglie sulle tasse e il welfare state deve essergli sembrato quantomeno poco realistico. E’ nata così l’idea di cambiare il partito dall’esterno, di mettergli pressione e far sembrare la “terza via” cameroniana l’unica possibile per evitare un’altra sonora debacle elettorale. Per fare ciò, oltre ad un linguaggio e ad uno stile innovativo, servivano strumenti nuovi. C’era la necessità di portare la battaglia su un terreno favorevole, dove la “destra ortodossa” avrebbe trovato difficoltà comunicative. E’ nato così il progetto “The Cameron Leadership”, un sito internet a metà tra uno spazio personale e un blog, che ha finito per narrare la lunga corsa di David Cameron alla guida del Partito Conservatore fino alla vittoria, schiacciante, su David Davis. E’ stato qualcosa di più di un diario di bordo: nel compassato mondo del conservatorismo britannico irrompe per la prima volta uno strumento che permette un confronto agile e costruttivo con la “base” del partito, senza il bisogno di mediazioni giornalistiche o di lunge interviste alla BBC. Nascono tra i commenti e le mail dei sostenitori le idee di costituire un filo diretto con gli elettori, di ascoltarne i bisogni, di abbandonare il neo-liberismo thatcheriano per approdare a un “moderno conservatorismo compassionevole”. Un cambiamento di prospettiva, dunque. Non più un movimento verticistico in cui pochi leader dettano il verbo agli iscritti, ma una continua iterazione con i militanti che porta il partito a lanciare proposte, confrontarle, migliorarle e farle diventare autentiche “campagne” da condurre in ogni collegio. La tendenza non si è più invertita. Il “direttismo” ha finito per essere una costante dei “New Tories” in cravatta “old etonian style”. Nascono così, sotto questa spinta partecipativa, gli esperimenti di “Torydiary” e “Web Cameron”. Il primo è un vero e proprio salotto virtuale in cui discutere le tendenze, i lanci giornalistici, i sondaggi e le proposte del partito conservatore. Si spazia, con incredibile facilità, da temi serissimi come la fame nel mondo ad altri più frivoli, come i vestiti preferiti dai conservatori emergenti. Non mancano le critiche ai leaders e,proprio in questi giorni, il sito ha lanciato un’iniziativa unica nel suo genere: partendo dai suggerimenti dei lettori viene stilata una lista di 12 raccomandazioni da inviare a David Cameron e che servono da linee-guida per il suo secondo anno alla guida del partito. L’obbiettivo è quello di incrementare il vantaggio sui laburisti di Blair e Brown e pare che, a spingere per questo “stimolo”, siano stati proprio i vertici dei tories. “Web Cameron” è,invece, il blog personale del capo dell’opposizione di Sua Maestà. Tutti gli interventi sono dei piccoli filmati artigianali, realizzati da Cameron stesso. Capita così di vedere il leader conservatore discutere di “povertà relativa” mentre lava i piatti in cucina, o di sentirlo fare un bilancio della “convention 2006” con una tazza di caffè mentre scrive una mail dal suo portatile. Un’innovazione di stile formidabile, che diventa però anche un’innovazione sostanziale: ogni settimana i lettori possono segnalare 5 articoli di altri bloggers a cui Cameron risponde e,spesso, si tratta di post ferocemente critici sul suo operato. Cameron ha capito prima degli altri che era impossibile innovare i contenuti senza una modernizzazione dei metodi: è sceso nel mare aperto di internet, ha sfidato le perplessità e,per ora, ha vinto. Se avete dubbi a proposito, mandategli una mail.

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