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How much more?

Se lo chiede il Sun,nell’apertura odierna: un altro umiliante video, l’ambasciata sotto assedio e il senso, fragile, dell’impotenza. Quanto ancora dovremo sopportare questo arrogante signorotto che si fa beffe della più antica democrazie del mondo? E il Telegraph di ieri ci prende in pieno quando sentenzia: “But the lesson from this great nation’s history is that we are more likely to avoid war when we are in a position of strength. We become a target for tyrants when we forget that.” E’ proprio così: questa storia ha l’unico obbiettivo di dimostrare al mondo che ci sono le leggi, ci sono le democrazie, c’è la libertà. E che c’è qualcuno che può fregarsene, andare oltre, spostare il limite della sopportazione generale sempre un pò più in là, dimostrando di potere tutto. Prima erano i vaneggiamenti sul nucleare, poi il disegno che mirava a cancellare Israele, oggi questo deliberato atto ostile che se non è una dichiarazione di guerra al mondo intero allora spiegatemi un pò voi cosa significa. Si tratta di un’umiliazione pesante, nei confronti di una grande nazione. Ma il disegno generale è più ampio ed è uno schiaffo al mondo occidentale tutto. E’ uno schiaffo alla nostra libertà, alla nostra diginità di uomini, al nostro amore per la democrazia. Una volta ancora c’è da chiedersi dove stia la differenza tra questo uomo piccolo piccolo che tiene in scacco una comunità internazionale inesistente e quell’Adolf Hitler che fregò Chamberlain a Monaco. La realtà è che stiamo cedendo all’infamia per evitarci la fatica (sopratutto ideologica) di una guerra. Ma la guerra c’è già, latente, da ormai cinque anni. Ed è la guerra tra democrazia e tirannide, tra fondamentalismo e libertà, tra bene e male. Ai politici non è chiesto di ascoltare i sondaggi o di ponderare scelte guardando i grafici della popolarità interna, ai politici è chiesto di servire il proprio paese. Ai governanti di oggi chiediamo di schierarsi in questa guerra,con decisione. E di vincerla.

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