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Leader per decreto

C’è un problema in questo pazzo centrodestra nostrano, e la mancanza di un Sarkozy non c’entra. C’entra,invece, la cronica incapacità di dare la possibilità a un Sarkozy di esserci. Silvio Berlusconi (a cui dobbiamo molto) ha deciso che il suo successore sarà Michela Brambilla. E l’ha incoronata nel modo a lui più congeniale: con una dichiarazione che spiazza tutti. “Sarà la nostra Merkel”. Bene, benissimo, ma Angela Merkel prima di essere Angela Merkel è stata una sorta di coordinatore regionale del suo partito, vicepresidente della CDU e,infine, presidente e candidato cancelliere. Un percorso politico,insomma. Fatto di piccoli passi, di battaglie da vincere, di congressi da disputare. Sarkozy ha vinto un congresso per essere candidato (una sorta di primaria) e David Cameron ha sconfitto David Davies nell’assemblea conservatrice prima di iniziare a muoversi come l’anti-Blair. Lo stesso dicasi, ad altre latitudini, per Bush, Obama e per tutti i leader che vi vengano in mente. Qui,niente. Se Berlusconi pensa, anche solo lontanamente, di poter far diventare un’ottima imprenditrice un leader politico solo perchè a dirlo è lui, allora dimostra di non aver capito nulla della politica. Ha perfettamente ragione Sandro Bondi quando parla di “classe politica senz’anima” ma non è certo colpa di una classe politica che, con questi metodi, un’anima proprio non poteva formarsela. E’ necessaria un’inversione di tendenza, un cambiamento di rotta, un’iniezione di democrazia. La Francia e l’Inghilterra, gli Stati Uniti e la Germania ci lasciano una grande lezione: non si diventa leader per decreto.

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