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Si scatena il fronte anti-Brambilla

C’era da aspettarselo: la nomina a futuro leader per Michela Brambilla è stata una sciagura politica. E’ diventata protagonista della scena mediatica, vero. Ma all’interno del partito sono iniziate le controspinte: Sandro Bondi, Giulio Tremonti, Claudio Scajola; in molti non hanno gradito che il nome del successore del Cav, uscisse così all’improvviso, senza un minimo processo politico alle spalle. Forza Italia, si sa, è un partito verticale più che verticista, le decisioni partono dalla punta, il leader, e rotolano fino ad arrivare alla base, trascinando con sè gli entusiasti e travolgendo i contrari. Questa volta, però, la valanga azzurra potrebbe essersi fermata ben prima di arrivare a valle. A bloccarne il cammino quello che da molti è considerato l’ideologo del partito, Giulio Tremonti e il grande organizzatore Claudio Scajola. Certi che, senza una liturgia partitica seria, non si andrà da nessuna parte. Sulla stessa linea Sandro Bondi, un’icona del purismo berlusconiano, da sempre favorevole a una democraticizzazione del partito. E la maggiore possibilità di decidere per gli iscritti sembra essere il nodo della discordia: il leader sarà scelto dall’alto, come accade per tutte le posizioni che contano, ovvero la scelta sarà condivisa con la base? Il grande organizzatore Scajola (quello della ipervittoria del 2001) punta tutto sull’addio di Berlusconi per rilanciare la struttura del partito tradizionale, quella di stampo Dc che conosce bene. Il leader, nel disegno, sarebbe Roberto Formigoni, lombardo come la Brambilla ma con una sua squadra da mettere a disposizione. Si accettano scommesse.

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