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Sindrome 2003 da scongiurare

Ha ragione Tommaso Cerno, questa incoronazione berlusconiana per Renzo Tondo rischia di essere un boomerang. Andò così anche nel 2003 con il presidente incoronato e poi sostituito in corsa da Alessandra Guerra, giunta all’investitura per decreto BossianTremontiano (almeno così si disse). Iniziò così la lunga stagione dei Visitors, termine coniato dal sindaco udinese Cecotti stigmatizzando la discesa in Friuli di tutti i big romani che mai, prima di allora, erano venuti fin qua su con questo spiegamento di forze. Ora, quattro anni dopo, bisogna scegliere il front runner per le elezioni regionali 2008 e il tormentone ricomincia. Partiamo dal fondo: si fa un gran parlare di “anti Illy” ma non vi è nessuna certezza che Illy correrà di nuovo. Anzi, se volete un’opinione spassionata, il Governatore del Caffè entrerà nel gran ballo romano e la smetterà di litigare con verdi, rossi e gialli per questioni che lui ritiene del tutto marginali, un fastidioso orpello per il suo inesorabile incedere (e incidere) nella politica nostrana. Berlusconi ha detto che Tondo sarà l’anti Illy e ancora non sappiamo se fosse un monito, un diktat, un sinistro presagio o un augurio. I fatti, che come sempre regnano sovrani anche sulle opinioni, dicono che Tondo è l’unico candidato possibile, per almeno tre ordini di ragioni. Primo: è uno dei pochi che non si è mai preoccupato dell’avversario. Sia Illy o Paperinik per Renzo fa lo stesso. E’ sempre convinto di poter vincere e questo è un grandissimo merito. Secondo: ha esperienza di politica regionale e, nonostante la recente elezione alla Camera, non ha mai perso i contatti con il territorio e, vista da vicino, la sua è sembrata una lunghissima cavalcata alla riconquista della Regione. Terzo: considera la regione non un trampolino di lancio (lo sarà per Illy, lo è stato per Antonione) ma un traguardo prestigioso e sarebbe l’unico in grado, in quest’ottica, di dare inizio ad un ciclo politico sulla scia di Formigoni e Galan. Se il centrodestra regionale vuole essere, finalmente, classe dirigente e non più semplice spettatore di processi politici che gli passano sotto il naso è ora che inizi a pensare non solo al brevissimo termine (chi candidiamo?) ma anche al medio e lungo periodo (con chi vinciamo e con chi diventiamo “sistema”). Se Renzo Tondo vincerà le elezioni 2008, un punto in questo senso sarebbe segnato. Un punto di partenza ma, come tutti gli “start” che si rispettino, fondamentale quanto quello d’arrivo.

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