Tags

Related Posts

Share This

Essere Conservatori oggi

“Siamo quindi conservatori contemporanei, riformatori e modernizzatori, legati ai valori tradizionali, ai principi di libertà economica, desiderosi di un nuovo impianto istituzionale e di un forte ricambio generazionale. Saremo conservatori ma non reazionari e polverosi, liberali senza essere iperliberisti, strenui difensori della Nazione e della sua identità senza essere patriottardi, legati agli insegnamenti della cultura cattolica restando laici e rifiutando ogni tentazione bigotta.” No, non è un controsenso. Si può essere conservatori e compiutamente riformisti. Perchè, come dice Finkilekraut: c’è da “conservare l’essenziale” o, per dirla con Cameron, c’è da “conservare la responsabilità individuale”. Essere conservatori non significa essere immobilisti. Tutt’altro: significa agire per la modernizzazione in un quadro ideale coerente, che non si dimentichi mai che il fine dello stato è ampliare le libertà personali e non ridurle e che non confonda il dovere morale di aiutare chi sta peggio con l’assistenzialismo o la necessità di offrire maggiori opportunità con l’egualitarismo sessantottino calato dall’alto. E’ una battaglia culturale, prima ancora che politica. Una battaglia che, come spesso succede, dalle parti di Gianfranco Fini hanno capito prima degli altri.

468 ad