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Inizia il post Sindic

Dicono (e diciamo) che le ipotesi per uscire da questa crisi di inizio estate al Comune di Udine siano almeno tre. La prima prevederebbe le reali dimissioni del Sindaco, con il vice Martines a condurre il Comune fino a fine legislatura. La seconda una rinnovata fiducia al primo cittadino (confermata ieri dai capigruppo di maggioranza) e tutto come prima, la terza, fantapolitica allo stato puro, prevederebbe un accordo più ampio che coinvolga gli assetti delle future regionali. I “si dice” mormorano di un Cecotti pronto a fare da assessore dedicato al Friuli (che qui ricorda il ministero per il Sud e ci fa,sommessamente, sorridere) nella giunta Illy 2, sempre che Illy si ricandidi e rivinca o di un sindaco pronto ad un patto di ferro con Strassoldo in nome della terza via autonomista, mai praticata con convinzione ma che aleggia ad ogni scadenza elettorale. Ad uscirne male è la città, tradita ancora una volta da una maggioranza che prima l’ha venduta al miglior offerente e poi, preso atto d’aver scommesso sul cavallo sbagliato, ha cercato di barcamenarsi tra una maggioranza divisa su tutto e un’amministrazione regionale evidentemente ostile. Non è uno spettacolo dignitoso quello di un Sindaco che ragiona ormai come se il suo mandato fosse scaduto e di una giunta che si incaglia su un Piano Regolatore, difficile da scalare neanche fosse lo Zoncolan. Recuperare un minimo di decoro,ci sembra il minimo. Sperando che sia l’ultima volta che questo sindaco tratta il comune come il Grand Hotel. Le porte girevoli, prima o poi, si chiuderanno una volta per tutte.

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