Tags

Related Posts

Share This

Perdere tutti, in un colpo solo

E così, all’improvviso, spunta l’ufficio di presidenza. Riassunto delle puntate precedenti, per chi non è friulano: Gottardo è il coordinatore regionale (ne parlammo qui) e il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale. Già dal giorno della sua nomina iniziano a girare voci su un fantomatico direttivo da affiancargli. Non si capisce bene se per rafforzarlo o indebolirlo, ma tant’è. Poi non se ne parla più. Fino a che in Forza Italia iniziano a circolare parole prima sconosciute: Democrazia, Congressi e altre amenità sciocche riguardanti la partecipazione degli iscritti alla politica. Gottardo fa una conferenza stampa e spiega che i congressi si faranno, entro il 7 luglio e che il partito inzia, piano piano, a strutturarsi. Da queste parti eravamo decisamente fiduciosi riguardo al superamento del modello “Partito di Plastica con leader maximo” e già sognavamo, ad occhi aperti, uno splendido movimento popolare moderno. Con congressi, coordinamenti eletti e tutte quelle cose che segnano il discrimine tra un paese civile e uno che non lo è. Si chiama Democrazia, e a molti da fastidio. Inizia il forcing per evitare i congressi nemmeno fossero la peste e, gratta gratta, spunta la genialata: Berlusconi, d’accordo con il Coordinatore Nazionale (Bondi) e con quello regionale (Gottardo) decide che i congressi si faranno più avanti (forse) e che per ora si affianca al leader regionale un bel direttivo. “Valorizzazione territoriale ed equilibrio istituzionale” sono le linee guida per le scelte fatte. Se vi ricordano tanto da vicino i famigerati “equità e sviluppo” delle finanziarie targate Prodi-Visco avete centrato il problema. Così come in quelle finanziarie non ci sta nè l’equità nè lo sviluppo, qui non ci sono nè i territori nè l’equilibrio istituzionale. Il direttivo è formato da 5 elementi: 4 parlamentari e un consigliere regionale (però, che equilibrio!). E i territori sono così rappresentati: Antonione per Trieste, Valenti per Gorizia e Tondo, Di Centa e Saro per Udine. Non ve lo devo dire io che la città di Udine (che non ha un parlamentare, che non ha un consigliere provinciale, che non ha un coordinatore regionale da tempi immemori, che ormai perde peso in ogni ambito in cui sia possibile farlo) sparisce ancora una volta dalla cartina geografica del potere forzista e che, ogni mossa, sembra essere fatta contra personam. Ci perdono tutti in questa vicenda: ci perdono i Sindaci e gli amministratori, stravincenti alle ultime tornate, che non hanno un rappresentante (alla faccia dei territori), ci  perde Tondo che finisce in un ufficio di presidenza in cui tutti sono contrari alla sua candidatura, ci perde Camber, il re di Trieste, che qui non viene nemmeno nominato e ci perdono tutti gli iscritti che subiscono l’ennesimo atto “de imperio”. Un giorno ci sveglieremo da questo sonno democratico e ci accorgeremo che il leader non basta. Che i grandi generali devono avere grandi eserciti. Ci gireremo per cercarlo, questo esercito e,con ogni probabilità, si sarà stufato di seguire la partita in silenzio e avrà deciso di combattere da un’altra parte.

468 ad