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No Desolation

Fini ha detto finalmente una cosa giusta: servono nuovi temi, nuove strategie per vincere, nuove agende politiche e nuove dinamiche. C’è chi la prende come un atto di marketing politico, sbagliando. E non capendo che è esattamente l’opposto. E’ il rifiuto del marketing politico. Gianfranco Fini dice, tra le righe, che non servono vestiti nuovi ma “temi”. Quando parla di strategie nuove allude al fatto che i Valori in politica vadano declinati al tempo presente e che non basta, per fortuna, dire di essere di centrodestra per vincere. Berlusconi questo non capisce e non sta capendo:  pensa che il progetto del centrodestra in Italia si possa ridurre al cavalcamento dell’onda antigovernativa che sta montando nel paese. Poi, una volta al Governo, le solite cose: le Tasse, l’America, la Libertà, il Comunismo. Non basta più e Fini che è un ottimo politico, questo lo sa bene. Occorre un progetto, che c’è e va elaborato. Serve un’alternativa di governo, insomma, che non si fermi alla semplice voglia di cambiamento. La politica dovrebbe essere proprio questo: la capacità di proporre progetti per il futuro. Che necessariamente cambiano, si modificano, nascono da spinte e temi nuovi e che tendenzialmente, nei partiti e nelle coalizioni, si formano in un quadro di valori e di priorità definito. E’ vero: Fini di professione fa il politico. Non è un insulto, nè tantomeno un difetto. Non lo è perchè se accettiamo di avere una classe politica fatta di gente “prestata” alla politica, accettiamo implicitamente che la primazia non sia più degli organi elettivi. Con governi che rispondono a Confindustria o ai Sindacati e non più ai cittadini.

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