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Ritorni la politica, quella vera

Capita raramente di non essere d’accordo, ma capita. E così, quando mi sento dire che l’Italia ha un mare di problemi sono sostanzialmente d’accordo. Sono le soluzioni che non mi tornano. La soluzione principe, tanto a destra quanto a sinistra, si chiama antipolitica. Che mi ricorda tanto il 1994, questo si, quando la soluzione principe, da Martinazzoli a Occhetto, si chiamava anti-qualcosa. Anti-Berlusconi in quei giorni (e in molti giorni successivi), anti-politica in quelli odierni. I conti non tornano, almeno a me. Piuttosto che di anti-politica dovremmo parlare di qualcos’altro, atteso che l’obbiettivo delle Brambilla e dei Grillo è quello di sedere in Parlamento, vedersi affidata una delega (una qualsiasi) e poter incidere nei processi (politici, ovviamente) di questo sgangherato paese. Un paese in cui sono tutti commissari tecnici durante il mondiale di calcio, tutti economisti in tempi di finanziaria, tutti magistrati guardando lo speciale Cogne alla Vita in Diretta e tutti politici 365 giorni l’anno. Quello che i critici della “Forza Italia dei colonnelli” omettono di chiedersi è perchè questa classe politica faccia così schifo. Non c’entra la “politica” perchè la politica non c’è mai stata, dal 1994 in poi. Non c’era quando un golpe giudiziario decideva chi doveva essere salvato e chi no; non c’era negli anni successivi del Berlusconismo issato a religione di stato (tra credenti e atei, ovviamente) e non c’è ora che ritorniamo a fenomeni di civismo spinto al limite più pericoloso; quello di slegare, una volta ancora, la classe dirigente dal consenso popolare. Non c’è classe dirigente, in questo paese, perchè non c’è la possibilità che si formi. Perchè tutto funziona per nomine, perchè manca il cursus honorum. Perchè Angela Merkel prima di essere Angela Merkel ha ricoperto cariche all’interno del suo partito e vinto congressi, dibattuto tesi programmatiche e proposto idee. Perchè David Cameron prima di sfidare in campo aperto Tony Blair e Gordon Brown ha fatto il deputato e vinto delle primarie, aprendo varchi, modificando il linguaggio, credendo che fosse possibile rinnovare delle leadership. Perchè, se non bastasse, Sarkozy è stato sindaco del suo paese e oppositore interno nel suo stesso partito prima di essere quel concentrato di decisionismo e rinnovamento che è diventato. E perchè anche Alcide De Gasperi, il più grande del nostro tempo, prima di essere un padre della Patria è stato consigliere comunale. Non abbiamo bisogno di strappi, di scosse, di terremoti. Abbiamo bisogno di progetti, di idee che durino nel tempo e diano il senso, tangibile, di un cambiamento vero. Altrimenti questo paese è destinato a vivere sempre con una classe mediocre che lo governa e con un’opposizione altrettanto mediocre che invoca cambiamenti, riforme, rivoluzioni più o meno liberali. E’ così da cinquant’anni e sarà così per i prossimi cinquanta se non fermiamo l’onda montante dell’antipolitica e ritorniamo, seriamente, a progettare il futuro. Non ci sono brambillismi o grillismi dietro a grandi modelli come Ronald Reagan; c’è solo la forza delle idee e della politica intesa come amore per la polis, come tensione ideale verso il miglioramento di quella città sulla collina che il Presidente immaginava come il suo paese ma che è,in fondo, l’idea di Patria che tutti abbiamo. ___________________________________________________  p.s: si, sono un giovane già vecchio che sogna di fare il politicante, prevengo la critica. Fare politica mi piace, ci trovo un senso altissimo di amore per il proprio paese e non lo rinnegherei per niente al mondo. Credo che fare politica per davvero sia duro, faticoso, talvolta persino controproducente ma che alla fine valga la pena schierarsi per quelle quattro cose in cui crediamo. p.p.s: io non condivido la critica alla Forza Italia dei colonnelli e credo che F.I. abbia un’ottima classe dirigente: Pisanu, Frattini, Tremonti, Formigoni, Galan, Sacconi, Martino, Boniver, Scajola, Quagliariello, Pera. E sicuramente ho dimenticato i moltissimi coordinatori regionali (Giro, Biancofiore, Gottardo, Ghedini, Alfano, per dirne alcuni), i tantissimi sindaci e amministratori locali. Tutta gente che ha dimostrato di saper vincere le elezioni e le sfide di governo. E poi ci sono 400mila iscritti, un partito stabilmente sopra il 25% nei sondaggi e che non merita tutto il male che gli si riversa, troppo spesso, addosso.

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