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Invece

Noi abbiamo quello che telefona all’amico Vladimir per chiedergli, gentilmente, se può cessare il fuoco. E dopo che gli ha risposto “no”, probabilmente si sono messi d’accordo per un rendez-vous  nella dacia dell’amico Vladimir. Così, mangiando caviale e bevendo champagne, passa la paura. Noi abbiamo anche quello che “non toccate la Cina per l’amor di Dio”, “stiamo mediando” e che “la Russia non sia isolata”. Noi abbiamo editorialisti pronti a dire che è colpa degli amerikani. Invece loro hanno un presidente che glielo dice in faccia quanto tutto questo faccia schifo. Invece loro hanno un vice-presidente che chiama il presidente georgiano e offre la solidarietà degli Stati Uniti a un governo democraticamente eletto. E,infine, come se non bastasse, hanno un candidato presidente che dice “immediately and unconditionally”. Parole che a Roma non si pronunciano da un bel pò di tempo. Loro sono lì a mediare e cercare un compromesso, l’ennesimo, sulla testa di povere vittime civili. Salvo poi fondare un partito che ha nel nome la parola “Libertà” e annovera tra gli amici chi la Libertà la calpesta da troppo tempo.

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