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Deb’s Diary/7

E così venne il giorno della rivolta. Il Pd nordestino si arrabbia e non digerisce di doversi sorbire un capolista alle Europee che è nato a Sassari, ha 77 anni e sembra uno schiaffo a tutte le velleità di cambiamento di cui si è blaterato in queste ore. Peccato. Perchè sia Zanonato che Deb erano due bei nomi per fare da capolitsta all’armata brancaleone che sfida la corazzata Berlusconiana. Sindaco di Padova uno, giovane rampante l’altra, rappresentavano (e rappresentano) il meglio che il Pd ha saputo esprimere da queste parti. Deb comunque avrà il numero tre. E in una competizione in cui le preferenze esprimibili sono proprio tre, potrebbe non essere una brutta cosa. Poi c’è il calcolo matematico da fare. Quanto prenderà il Pd, quanti seggi otterrà, quanti voti serviranno per essere eletti. Ma è materia per un altro giorno. Ieri,intanto, è stata la serata di Walter Veltroni. Che è arrivato a Udine, ha mangiato la torta a casa di un’iscritta e ha parlato in una sala gremita di belle speranze con accanto due giovanotti dalla faccia pulita e perbene: Deb e Cristiano Shaurli. Entrambi veltroniani ed entrambi rappresentanti di quell’aria nuova di cui ha bisogno il Pd in primis, e la Politica più in generale. Assente, sia dal palco che dalla platea, la nomenklatura friulana del Pd. Che non ha detto mezza parola per sostenere Deb e non ci ha pensato su due volte quando si è trattato di disertare il meeting veltroniano di ieri.

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