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Mettetevi d’accordo

Se questa lettera di Pier Ferdinando Casini e Francesco D’Onofrio al Corriere della Sera rappresentasse una sorta di “road map” per la formazione di un nuovo soggetto politico di centro, innovatore e ispirato al Congresso di Venezia del 1921 (qualcosa di più recente non c’era?), allora potremmo anche dire che, in fondo in fondo, questa costituente di centro, questo Partito della Nazione o questo qualcosa che Casini ha in mente così male potrebbe non essere. “Partito liberal-popolare di programma con forte vocazione territoriale e quindi — a nostro giudizio — coerentemente orientato a consentire alle organizzazioni locali del partito la scelta delle alleanze di governo ritenute le più idonee per il bene comune delle comunità locali. ” E’ la complessa perifrasi che i due usano per definire il nuovo UDC che sarebbe ispirato dal popolarismo sturziano, strizzerebbe un occhio al liberalesimo classico e guarderebbe con attenzione alle singole realtà territoriali. A voler essere maligni la traduzione è questa: una formazione politica capace di stare sia di qua  che di là, pronta a scegliere non appena il quadro politico si incasinerà. Nel mentre, ognun per sè e Dio per tutti, soprattutto a livello locale. Quasi quasi condivido e comprendo, salvo poi chiedermi: ma se poi un segretario locale di  partito prende una decisione sul “dove” schierarsi, perchè lo cacciate?

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