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Ciao, Carlo

Lui si è sempre ritenuto un uomo fortunato, perchè faceva lo scrittore e aveva una provincia, quella friulana, da raccontare. La provincia, in fondo in fondo, non è mai riuscita ad amarlo a tutto tondo. Perchè Carlo Sgorlon era uomo e scrittore spigoloso, forse narcisista, senza dubbio con l’ossessione di non essere amato. E non aveva tutti i torti. E’ stato post-ideologico quando le ideologie andavano di moda ed è stato conservatore in un’epoca di progressismo militante. Ha raccontato il Friuli meglio di chiunque altro, scavando nelle anime dei friulani e dicendo quel che i friulani non volevano sentirsi dire. Cioè che l’anima, quella vera, quella contadina, la stavano lentamente perdendo. Lo hanno definito di destra, di sinistra, di centro, apolitico, apartitico, a seconda delle convenienze del momento. In realtà, come capita spesso, uno come Sgorlon non lo puoi etichettare, rinchiudere o assegnare a categorie buone per wikipedia ma non certo per il genio spesso incompreso di questo anarchico friulano di fine novecento. Perchè al di là di ogni possibile distinzione di una cosa siamo sicuri: Carlo Sgorlon era friulano . Nel bene di una terra che gli ha ispirato le cose più belle e nel male di una provincia che non lo ha mai apprezzato fino in fondo per il grande narratore che è stato.

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