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Cameroniano

Questo blog è cameroniano. Dal primo giorno, dal 29 Settembre 2005. E non si smentisce. Perché i conservatori oggi sono David Cameron. E se i conservatori oggi sono qualcosa di più di una figurina buona per i ricordi in bianco e nero lo devono a David Cameron. Dopo tre sconfitte elettorali contro Tony Blair e 12 – dicasi 12 – anni di opposizione è stato lui e nessun’altro a garantire al movimento un minimo di ricambio e un barlume di speranza. Tony Blair si è dimesso con qualche anno di anticipo ma nei sondaggi stava già sotto il leader conservatore. Un partito dato per sepolto (in quanti in questi anni hanno persino pensato di cambiargli il nome?) è riuscito a dimostrare un minimo di vitalità soltanto perché questo giovane leader moderato e innovatore ha saputo toccare le corde giuste al momento giusto. Non c’è altra spiegazione se oggi siamo qui a giocarci la possibilità di vincere ancora. Senza David (e magari con Davis o Liam Fox) staremo a raccontarci l’ennesima storia dell’ennesima sconfitta di un partito che non è riuscito mai ad andare oltre il mantra-Thatcher. Questo giovanotto naif ha la stoffa e le capacità per guidare il movimento conservatore europeo e mondiale e rappresentare il vero turning point del centrodestra globale. L’hanno criticato per tutto. Per essere troppo di destra o troppo di sinistra, giovanilista o vecchio dentro, ecologista o liberal. Nessuno è mai riuscito a dire la verità e a raccontarne il percorso con un mimimo di obbiettività e con l’attenzione che meriterebbe uno che a poco più di quarant’anni ha guidato per quasi un lustro un partito tutt’altro che unito. Nessuno si è mai preso la briga di guardare oltre l’immagine da rockstar che dà di sè in alcuni contesti. Nessuno, nemmeno Il Foglio di oggi. E la cosa, da Foglianti veri, ci dispiace un po’.

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