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Così perdiamo il Nord. Anche noi

Riccardo Illy è sempre stato un uomo molto intelligente. Ha pensato il Pd, prima del Pd. Poi ne ha colto i rischi, le mancanze, gli errori strategici, le scelte sbagliate e quelle non fatte. Nel 2008, alla vigilia delle elezioni regionali, scrisse un libro che si è dimostrato essere poi una delle peggiori profezie autoinveranti di sempre: “Così perdiamo il Nord”. Cento paginette per spiegare urbi et orbi come la politica stesse tradendo questo pezzo di paese, le sue imprese, la sua capacità di essere locomotiva di sviluppo e luce in fondo al tunnel della crisi che stava arrivando. Qualche mese più tardi venne sconfitto alle elezioni in Friuli Venezia Giulia, provando sulla propria pelle da imprenditore e politico cosa significhi perdere completamente il contatto con la realtà. Il libro è diventato, per molti ma non per tutti, uno dei tanti campanelli d’allarme lanciati al centrosinistra che non sa dialogare con le partite iva. A guardarle oggi, quelle cento pagine, sono molto di più.  C’è scritto, nel titolo e non solo, come e perché anche il centrodestra perderà la sfida della modernizzazione del paese. Incrociato con la rassegna stampa di questi giorni fa capire dove e quando il Pdl e Silvio Berlusconi hanno rinunciato definitivamente al dialogo con le eccellenze della nostra nazione. Fatevi solo una domanda. Se l’agenda politica del paese la dovessero scrivere gli industriali, i professionisti, i piccoli, gli operai, gli impiegati del nord, cosa ci metterebbero?  Chiederebbero di parlare di lavoro, tasse, liberalizzazioni, sburocratizzazione. Ponetevi, adesso, un secondo quesito: da quanto il Centrodestra non parla di questi temi? La risposta ve la siete data da soli. L’attuale legislatura è stata caratterizzata prima dalla gestione della crisi (e passi), poi dai problemi giudiziari del Premier, poi ancora dalle liti interne, poi di nuovo dalle intercettazioni, poi sempre e comunque dal controcanto finiano. Qui Fini non prende un voto, se lo metta bene in testa il Cav. E le praterie che stiamo lasciando sui temi della Piccola e Media Impresa vengono occupate – demagogicamente o no – dall’unico vero partito che ha il coraggio di definirsi antistatalista e che ha la pretesa di parlare di cose concrete: la Lega Nord. Che poi nei fatti i leghisti si dimostrino un partito della spesa pubblica mascherato da qualcos’altro è un’altra questione. Il problema è che, lontani dall’affrontare i temi veri di questo spicchio d’Italia, abbiamo rinunciato anche a parlarne.

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