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Useless Nations
Nel giorno in cui diciannove nazioni annunciano che non parteciperanno alla cerimonia di consegna del Premio Nobel per la pace 2010, assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo, l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite Navi Pillay conferma: «Non sarò a Oslo in quei giorni. Ho l’agenda piena». E se qualcuno aveva ancora dei dubbi sull’assoluta inutilità del Palazzo di Vetro, bene, si ricreda: l’Onu non è inutile, è dannoso.
Con quale faccia, infatti, un qualunque diplomatico internazionale potrà mai più pronunciarsi contro una violazione dei diritti umani ovunque nel mondo? Chi, dopo essersi inchinato al Dragone, potrebbe mai puntare il dito contro Siria, Iran, Corea del Nord, Sudan etc. etc? Maran Turner, che rappresenta Liu Xiaobo presso una Corte di giustizia Onu, non usa mezzi termini: «È una vergogna. Se c’è un posto dove è necessario tutelare i diritti umani, quella è la Cina. E con quale scusa, poi? Un’agenda piena? Mi immagino la scena: “Nobel? Quale Nobel? Ma di che parliamo? Non so, non posso, non ne sapevo nulla, non conosco questo premio…”. La signora Pillay, che parla con voce ferma contro i pronunciamenti di Sarkozy sull’affaire rom, dovrebbe farsi un giro nelle prigioni cinesi. E magari rimanerci».
La Turner ha il compito – affidatole da Freedom Now – di preparare il ricorso presso una Corte Onu sull’arresto arbitrario di Liu a opera delle autorità cinesi. Ha fiducia: «Sono sicura che i giudici daranno ascolto ai nostri argomenti. Così come sono sicura che Pechino se li farà scivolare addosso». Io lo sapevo da me che l’assegnazione del Nobel a un dissidente cinese, per altro già in carcere, avrebbe scatenato una risposta durissima da parte delle autorità comuniste: e in effetti, siamo già a quota 130 arresti arbitrari nell’ambito della comunità dei dissidenti. E sapevo anche che nessuno si sarebbe alzato in piedi per protestare: bambole, non c’è una lira e chi tiene le chiavi della cassa, oggi, ha gli occhi a mandorla. Ma vedere capitolare anche la semplice rappresentatività di un’istituzione che nasce proprio per affermare i diritti umani non ha prezzo. Per tutto il resto c’è Navi Pillay.
VINCENZO FACCIOLI PINTOZZI, 28 anni, romano con forti ascendenze salentine. Figlio d’arte, nasce come cronista sportivo a Sport.it (pallavolo, rugby, football americano e vela). Praticantato ad AsiaNews, dal 2003 al 2008 lavora in Cina, prima come stringer APTN e poi Ansa, fino a quando il regime comunista si accorge di lui e lo caccia. Nell’estate del 2008 trova asilo politico a Liberal, di cui oggi è caporedattore centrale. Ha molti difetti, ma un solo terribile vizio: le salsicce bacione.