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Surreale
“Quello sull’art. 41 è un dibattito surreale”. Così in aula Antonio Martino a proposito della vexata questio sull’articolo 41 della Costituzione che il Pdl vorrebbe cambiare con il principio – slogan secondo cui in materia di iniziativa privata “tutto è permesso tranne ciò che la legge proibisce”, discussione che ha pure rischiato di mandare di nuovo sotto il governo mercoledì pomeriggio alla Camera: “Signor Presidente, le confesso che trovo il dibattito vagamente surreale, perché da molti degli interventi ho ricavato la distinta impressione che non si sappia esattamente di che cosa di parla quando si parla di mercato.” Martino menziona anche “un distinto collega della sinistra, l’onorevole Ermete Realacci”, che “ha citato opportunamente un passo di Luigi Einaudi nel quale si dice che il mercato non conosce valori, giustizia o altro ancora. Einaudi diceva una cosa sacrosanta, ma non per invocare l’irregimentazione del mercato da parte dello Stato perché il mercato, in quanto tale, è neutrale”. Esempio? “Se vi è una domanda di prostitute vi sarà un’offerta di prostitute. Il mercato non esprime giudizi di valore, ma consente agli scambisti di fare ciò che vogliono.”
Martino non ha concesso nulla al “politically correct”: “non avrei fatto questa riforma della Costituzione, ma avrei soltanto aggiunto un articolo 140 così recitante: la legge non impedirà mai atti di capitalismo fra adulti consenzienti”. “In Italia purtroppo esistono solo due culture totalitarie – dice Martino a “L’opinione” – quella cattolico comunista e quella clerico fascista..la destra e la sinistra si toccano, un po’ come l’Alaska con la Khamchatcka attraverso lo stretto di Bering..e se dovessi essere cattivo con quella parte di cultura illiberale che c’è nel Pdl dovrei pure dire che la formulazione dell’articolo 41 in quella maniera sembra un paradosso in un paese pluri proibizionista su tutto come è diventata l’Italia.. c’è anche il rischio che, a dire che è lecito tutto ciò che non è vietato, non resti pressochè nulla fuori.”