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Special Relationship
Su Sky in questi giorni stanno trasmettendo “The special relationship”, film datato 2010 e che racconta il rapporto, tutto particolare, tra il presidente americano Bill Cliton e il primo ministro inglese Tony Blair. Si tratta di due protagonisti del panorama internazionale, alle prese con un periodo particolarmente delicato sia politicamente (soprattutto in America con il Lewinsky gate) che diplomaticamente (nel Regno Unito con la questione irlandese e in Europa con Milosevic e lo sterminio razziale in Kossovo).
L’idea del film è quella di mostrare la speciale relazione che intercorre fra i due capi di governo ma è anche uno strumento molto utile per conoscere e capire le azioni politiche e non degli ultimi anni del primo millennio.
La pellicola inizia con il celebre incontro fra il presidente americano appena rieletto e il capo del Partito Laburista del Regno Unito, candidato alle elezioni del maggio ’97. Un incontro dai contorni decisamente particolari: primo perché Tony Blair non è ancora stato eletto e quindi non si presenta in veste di capo di governo, secondo perché Clinton sembra volersi ritagliare la parte della prima donna, facendo dell’amico Tony un suo delfino “europeo”.
Emblematica, nel film, rimane la telefonata con cui Bill Clinton si congratula con Tony Blair per la vittoria elettorale: pochi istanti brevi, quasi freddi con cui il Presidente americano si compiace per la vittoria e chiude rapidamente la conversazione telefonica.
Nel Regno Unito intanto inizia a complicarsi l’Irish question con l’IRA e il Sinn Fein che si delineano sempre più come due organizzazioni di carattere aggressivo. L’appena eletto Tony chiama subito il suo collega transoceanico chiedendogli alcun i consigli, proprio come farebbe un qualsiasi figlio impaurito con il proprio papà. La telefonata sembra aver prodotto proficui risultati ma alcuni giorni dopo l’IRA ammazza due poliziotti inglesi. Così il presidente americano, per preservare la leadership del suo delfino d’oltremanica, scende in campo e scandisce l’ultimatum alle due organizzazioni irlandesi.
Ma come ben ci fa notare il film, la speciale relazione fra Clinton e Blair inizia a sgretolarsi con il Lewinsky gate. Il presidente americano è accusato di aver avuto rapporti sessuali con Monica Lewinsky, all’epoca ventitreenne, e Blair, nonostante le pubbliche affermazioni di solidarietà, inizia a meditare sul suo ruolo nell’alleanza. Decisiva pare essere la moglie Cherie, da sempre scettica nei confronti del piacione Bill.
La relazione fra i due presidenti ha una grande possibilità di rinnovarsi, alcuni anni dopo, con la decisione sulla guerra contro Milosevic. Eppure Clinton, sotto influenza della moglie Hilary, è sordo alle richieste del premier britannico che chiede oltre ad un bombardamento aereo anche un’operazione militare congiunta per abbattere il regime di Belgrado. Così Blair, che come afferma nel film si era “spinto fin troppo in questa guerra”, ad una convention a Chicago richiede pubblicamente l’intervento militare americano. La pubblica richiesta mette in difficoltà la presidenza di Bill Clinton, già in bilico dopo il Lewinsky gate, e i principali tabloid americani inneggiano alla figura del premier laburista, fino a coniare l’azzeccata definizione di King Tony. Un leader talmente forte che riesce a mettere d’accordo pure i conservatori, blanditi a colpi di citazioni di Thatcher e Churchill.
Arriviamo al 2000 e ai giorni delle tormentate elezioni presidenziali che vedono sfidarsi Bush e Al Gore. E’ simbolico che Bill Clinton scelga le ore tormentate di quei giorni per andare a cena proprio dall’amico Tony. Un rapporto che, stando alle ricostruzioni del film , è diventato freddo. La causa è con ogni probabilità il grande protagonista sulla scena internazionale del premier britannico e il conseguente offuscamento della stella democratica di Bill Clinton.
Il film si chiude con Bill Clinton che vede perdere il suo vice Al Gore e appare a tutti una sorta di piccola bocciatura postuma del clintonismo. Sullo sfondo si intravede la sagoma di una nuova amicizia che avanza. Questa volta a geometrie un po’ più variabili e meno banali: il texano W da una parte e l’ormai affermato King Tony dall’altra. Due personaggi che in comune hanno avuto, come disse lo stesso Bush, solo “la stessa marca di dentifricio” ma che hanno saputo convivere alla grande, condividendo scelte anche difficili.
E’ un film, ovviamente, ma la storia è raccontata davvero bene.