Russia 2018 – England World Cup Squad

Due anni sono passati da una delle più cocenti delusioni per la nostra squadra del cuore: la disfatta con l’Islanda agli ottavi degli Europei di Polonia e Ucraina 2016 è ancora ben presente nei nostri peggiori incubi calcistici. Ma l’Inghilterra è l’Inghilterra, è un sentimento, e a pochi giorni dall’inizio della rassegna iridata siamo ancora qui, di nuovo pronti con coltello tra i denti e una valigia carica di sogni e speranze che questa volta sia davvero l’anno buono.

I Tre Leoni non partono tra i favoriti, ci sono almeno 4-5 squadre che godono di maggior considerazione tra gli analisti e gli allibratori.. Detto questo, noi ottimisti di natura abbiamo qualche motivazione per ben sperare: squadra giovane, talenti di indubbio valore e un allenatore che parrebbe essere all’altezza. Cominciamo da qui.

Gareth Southgate è stato un più che discreto difensore, la cui carriera però è stata pesantemente condizionata dal calcio di rigore fallito contro la Germania nella semifinale di Euro ’96, quando il mantra “Football is coming home” sembrava in procinto di concretizzarsi. Appese le scarpe al chiodo comincia ad allenare: Middlesborough e Inghilterra under 21.

Autunno 2016: deflagra l’Allardyce-gate e il buon Gareth si trova a traghettare la Nazionale maggiore. Vince, convince e (anche per la penuria di alternative) viene confermato.

Punti di forza: è inglese, di buona presenza, sa farsi ascoltare pur non essendo un sergente di ferro, ha invitato la sua squadra a “uscire dall’Isola” come mentalità: una Brexit calcistica che l’ha portato ad abbandonare lo storico 4-4-2 per un più moderno 3-4-3, almeno in partenza. Predilige i giocatori duttili e potrebbe approfittare indirettamente dell’imprinting i che i vari Guardiola, Klopp, Mourihno, Conte e Pochettino hanno dato in questi anni ai suoi calciatori.

Punto debole: salvo una semifinale all’Europeo under 21 (persa “stranamente” ai rigori contro la Germania) è alla prima esperienza in un torneo di questo calibro, e anche a livello di club non è che abbia maturato chissà quale pedigree. Ergo dovrà essere bravo a gestire gruppo ed emozioni.

PORTIERI


Siamo ancora qua. Eeh già. Finita ingloriosamente l’era Hart, ci si affida a Jack Butland, arrivato ultimo quest’anno in Premier con lo Stoke City. Considerato la grande speranza per il ruolo nel 2012, ha disatteso le aspettative, rivelandosi per ora un discreto GK, ma nulla più. Tanto è vero che il posto da titolare dovrebbe spettare a Jordan Pickford, titolare dell’Everton e uno dei motivi di soddisfazione dell’altalenante stagione dei Toffees. Sia chiaro, non parliamo di Neuer, De Gea, Courtuois o Buffon, ma il ragazzo (già con Southgate nell’Under 21) pare un prospetto interessante. Completa il terzetto Nick Pope, carneade del Burnley che si è guadagnato la chiamata a suon di ottime prestazioni.

DIFENSORI


Il reparto si presenta particolarmente interessante, giovane e ricco di alternative: c’è solo l’imbarazzo della scelta, anche se nessuno dei nomi coinvolti è immune da scivoloni improvvisi che potrebbero costare caro.
Kyle Walker da terzino di spinta sotto Guardiola si è trasformato in eccellente difensore destro in una difesa a 3; alla bisogna, potrebbe rientrare nel suo ruolo originario. John Stones e Gary Cahill sembravano i degni eredi di John Terry e Rio Ferdinand: per motivi diversi stiamo ancora attendendo la definitiva consacrazione, specie del primo. La campagna di Russia potrebbe essere la giusta occasione.
Completano il reparto Phil Jones, inglese autentico per nome, stile e temperamento (spendibile a battagliare anche a centrocampo in caso di necessità) e Harry Maguire, mastodonte del Leicester, piede sinistro molto educato ma lentezza un po’ disarmante.

LATERALI


A onor del vero, desta qualche perplessità lo sbilanciamento a sinistra dei nomi scelti: il titolare dovrebbe essere Danny Rose degli Spurs, rialzatosi come Lazzaro dopo un 2017 davvero travagliato a livello fisico e personale. In alternativa, ecco Fabian Delph del City, reinventato laterale da Guardiola ma buono anche come interno di centrocampo e Ashley Young, rinato sotto Mou come terzino. Sulla corsia destra troviamo Kieran Trippier, laterale del Tottenham: corsa, cross e calci piazzati le specialità della casa. Last but not least, Trent Alexander-Arnold, ultima scoperta di quel genio di Klopp. Tecnico, eclettico, di spiccata personalità: il ragazzo corre e vuole prendersi tutto, può essere la sorpresa di questa World Cup per i Tre Leoni.

CENTROCAMPISTI


Le critiche maggiori a Southgate sono arrivate dalle scelte in questo reparto, considerato troppo muscolare e poco tecnico. Chiara l’idea del ct inglese di affidarsi alla creatività dei suoi attaccanti, lasciando ai suoi centrocampisti compiti di filtro, recupero e qualche geometria, principalmente per innescare e servire chi dovrà realmente creare gioco e pericoli per gli avversari.
Perfetti per questo sono i combattenti Eric Dier (Spurs) e Jordan Henderson (Liverpool): mediani nel senso più tradizionali del termine, ma in battaglia li vuoi al tuo fianco, damn sure. Ai due aggiungiamo Ruben Loftus-Cheek, di rientro al Chelsea, la classica chiamata a sorpresa vista la giovane età. Il ragazzo è buono buono, si ispira a Ballack, ma per chiamarlo Southgate ha lasciato a casa Wilkshere e Lallana, tanto per citarne due. E’ una scommessa, ai posteri l’ardua sentenza.

ATTACCO


Se l’Inghilterra vuole fare strada in Russia, molto dipenderà dai prossimi nomi: l’attacco inglese davvero può fare male a chiunque. Fantasia, velocità, potenza, grinta, senso del gol, opportunismo, tecnica: davvero un mix letale a disposizione di Southgate. Non si può che partire dal Capitano: dopo il flop di Euro 2016, Harry Kane è atteso alla prova del nove. Indiscutibilmente uno dei primi 5 centravanti al mondo, deve confermarsi in un torneo di questo livello. Atteso al varco anche Marcus Rashford, panterone dello United: è il momento di non essere più soltanto una promessa. A Dele Alli e Raheem Sterling il compito di scardinare le squadre più chiuse con la loro capacità di saltare l’uomo, mentre qualora capitasse la situazione di dover agire di rimessa Jamie Vardy e Danny Wellbeck dovranno farsi trovare pronti.

CONCLUSIONI
A livello di nomi, i Tre Leoni hanno ben poco da invidiare alle altre contenders. Sappiamo bene però che c’è un solo unico vero giudice, il campo. Sulla carta, Belgio a parte, il girone eliminatorio sembra abbordabile: con tutto il rispetto, se vuoi fare strada in un Mondiale, non possono essere Tunisia e Panama (vendicare gli States, grazie) a spaventarti.

Mi sono bruciato in pronostici per tanti anni e questa volta non mi sbilancerò. Preferisco invece, con i piedi ben piantati per terra, lanciarmi in un auspicio che sa di supplica: ragazzi, arriviamo ai quarti, lì il bracket ci da Brasile o Germania..e da quel punto in poi davvero tutto può succedere.

Magari poi non è vero, però adesso ci credo.
Come on England, buon Mondiale a tutti.

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