Obamacare

Questo pomeriggio calici progressisti si sono levati all’unisono in tutto il mondo quando è arrivata la notizia che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato costituzionale l’ObamaCare; su Twitter uno dei capi del partito Democratico si è persino lasciato andare ad un colorito “It’s constitutional. Bitches”.

Ma è tutto oro quello che luccica? Per capirlo dobbiamo innanzitutto andare a vedere che cos’è stato sancito come costituzionale, ovvero il diritto del Congresso di legiferare in materia di tasse. In parole povere chi dal 2014 non stipulerà una assicurazione sanitaria sarà soggetto non ad una multa bensì ad una tassa.

Queste le parole con il quale il presidente della Corte Suprema John Roberts (nominato da G. W. Bush) ha spigato il suo voto favorevole che ha fatto da ago della bilancia: «The individual mandate cannot be upheld as an exercise of Congress’s power under the Commerce Clause. That Clause authorizes Congress to regulate interstate commerce, not to order individuals to engage it. In this case, however, it is reasonable to construe what Congress has done as increasing taxes on those who have a certain amount of income, but choose to go without health insurance. Such legislation is within Congress’s power to tax». In altre parole l’ObamaCare da oggi è una nuova tassa che graverà sui cittadini americani anche se lo staff della Casa Bianca si era battuto fin dall’inizio perché la riforma sanitaria non venisse percepita come tale.

A questo proposito è quanto mai curioso leggere sul blog ufficiale della Casa Bianca un post di qualche anno fa dal titolo: ” La Verità sulla riforma sanitaria” in cui si sosteneva con forza come fosse una mossa scorretta e inesatta dipingere l’ObamaCare come una forma di tassazione.

Capiamo molto bene il perché di questo dato che non è il momento migliore per sottolineare il fatto che il Congresso ha, nei propri poteri, quello di imporre un nuovo tipo di tassazione che vada a gravare sulle spalle di una classe media già sufficientemente provata dalla crisi finanziaria. Per questo non sono in pochi coloro che pensano che, paradossalmente, la decisione della Corte Suprema possa portare più vantaggi al partito Repubblicano e a Romney piuttosto che a Obama.

A sostegno di questa tesi proprio nella giornata di oggi è uscito su Rasmussen un sondaggio dal titolo “La riforma sanitaria ha già perso nel tribunale della pubblica opinione” secondo il quale il 54% degli americani continua a voler abrogare a tutti i costi l’ObamaCare. Indicativo in questo caso è il fatto che una settimana dopo l’approvazione al Congresso della legge la percentuale era la stessa; praticamente pur essendo passati due anni Obama non è mai riuscito a convincere la nazione sulla bontà delle sue idee e difficilmente potrà farlo da qui a novembre.

Da oggi quindi a quel 54% di americani non rimarrà altro che votare per il partito Repubblicano e per Romney se vorranno veder cadere questa riforma sanitaria. Insomma, come succede nella vita di tutti i giorni, quando i calici saranno stati svuotati e i fumi dell’alcool saranno smaltiti un gran mal di testa rovinerà le giornate di molti.

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