Il dibattito dei vice
Non lo so se questo dibattito verrà ricordato soltanto per le continue interruzioni di Biden o per le sue risate sguaiate. Ma sicuramente è stata la dimostrazione di come il team Obama abbia imparato dagli errori della volta scorsa. Biden è sembrato fin da subito caricato a molla, si è rivolto più volte direttamente agli elettori (Listen folks) e alla moderatrice ma la cosa più evidente sono state le continue risate sguaiate mentre Ryan esponeva il suo pensiero e le sue numerose interruzioni, tanto che in alcuni momenti sembrava di assistere a Porta a Porta piuttosto che ad un dibattito americano. Ryan ad un certo punto ha pure sbottato dicendo qualcosa come: lo so che siete sotto pressione perché avete perso il primo round ma almeno fammi finire di parlare.
Durante la prima ora visivamente Biden è stato la personificazione della passione e della determinazione, Ryan della competenza e della pacatezza. Non ho idea di quale atteggiamento possa pagare di più politicamente ma credo che da questo punto di vista Biden se la sia cavata molto meglio. Mentre nell’ultima mezz’ora si sono scaricate le pile del vicepresidente in carica e Ryan ha saputo abilmente recuperare un po’ del terreno perso in precedenza.
A differenza della volta scorsa Biden, durante il dibattito, per ben due volte ha citato la gaffe del 47% di Romney: Ryan la risposta se l’era evidentemente preparata bene e ha ribattuto che se c’è una persona che non può prendersela per una battuta uscita male è proprio Biden con tutte le gaffe che ha fatto durante la sua carriera politica. Tutto il pubblico ride.
Dato che per la prima volta si confrontavano due candidati per la vicepresidenza cattolici non poteva mancare una domanda sulla religione e sull’aborto.
Ryan ha affermato di essere pro-choice non per motivi religiosi ma per le esperienze che ha vissuto sulla sua pelle che lo hanno portato a credere che la vita inizi dal concepimento e per questo motivo di ritenere l’aborto accettabile solo in caso di violenza sessuale, di incesto o di pericolo di vita per la madre. Biden ribatte che nonostante la sua religione cattolica definisca la sua persona non crede che sia possibile che poter dire ad una donna come controllare il suo corpo.
Qualche parola però va anche spesa sul comportamento della moderatrice che ha fatto molta fatica a fare il suo lavoro, non sappiamo se condizionata dall’energia che Biden metteva nell’esporre le sue opinioni o dal fatto che Obama era un invitato al suo matrimonio. Tanto per citare due fra i tanti esempi che si potrebbero fare, quando si tocca l’argomento della Libia all’affermazione di Ryan che nell’anniversario dell’11 settembre non ci fossero marines a difendere l’ambasciata americana Martha Raddatz ha cambiato discorso. Oppure quando parlando della corte suprema Biden attacca dicendo che si sposterà ancora più a destra con un eventuale amministrazione repubblicana, Ryan chiede di intervenire alzando la mano, ma la moderatrice non lo accontenta. Evidentemente l’educazione non paga. Alla fine del dibattito l’operato della Raddatz si è fatto sentire anche per quanto riguarda il tempo concesso ai due candidati: Biden 41:32, Ryan 40:11.
Ma insomma alla fine questo dibattito chi l’ha vinto? Secondo Larry Sabato nonostante Ryan abbia dimostrato di essere workmanlike Biden ha dominato la scena. Sicuramente la performance del vicepresidente uscente galvanizzerà la base Democratica bisognerà però vedere come gli elettori indipendenti giudicheranno il suo comportamento da bullo.