World Series 2012
I San Francisco Giants sono i campioni MLB 2012, avendo letteralmente annichilito i più quotati Detroit Tigers con uno sweep che non lascia spazio ad alcuna recriminazione.
I californiani hanno sfruttato il momentum che li accompagnava da gara4 della finale della National League: sotto 1-3 e con le spalle al muro contro i St.Louis Cardinals sono andati a vincere in trasferta gara5 e hanno chiuso i conti all’AT&T Park nelle ultime due partite della serie.
Arrivati a giocarsi l’anello col vantaggio del fattore campo (nel baseball chi tra American League e National League vince l’All Star Game ha diritto a questo vantaggio), non hanno lasciato scampo ai Tigers vincendo due volte nella Baia e poi andando a trionfare nella Mo-town.
Il trionfo dei Giants si può riassumere in una sola parola: Difesa. Detroit godeva del favore dei pronostici soprattutto per una batteria di battitori impressionante: Miguel Cabrera, mvp indiscusso della Regular Season e primo vincitore della Triple Crown (primatista in media battuta, homeruns e RBI di tutta la Lega)dal 1967; Prince Fielder, superstar arrivata quest’anno da Milwaukee, Austin Jackson, Johnny Peralta; in più i Tigers potevano contare su di una gamma di pitchers contro cui l’attacco di San Francisco poco avrebbe potuto: Justin Verlander, miglior lanciatore delle majors, Fister, Sanchez, tanto per fare qualche nome.
Invece sin da gara1 le cose sono andate diversamente: San Francisco è stata praticamente perfetta sul monte di lancio con l’azzeccatissima scelta di utilizzare Barry Zito come lanciatore partente, mentre Detroit con Verlander veniva letteralmente massacrata dall’attacco dei Giants, con Pablo ” Panda ” Sandoval (che sarà poi nominato MVP delle Finali) a fare da mattatore con ben tre fuoricampo, impresa che nelle World Series era stata realizzata, nella Storia, solo da tre giocatori: Babe Ruth, Reggie Jackson e Albert Pujols. Finale senza storia: 8-3 Giants.
Il capolavoro difensivo che ha spedito l’Anello in California è arrivato in gara2 e 3, quando per due partite di fila San Francisco ha tenuto a zero punti il temutissimo attacco dei Tigers: merito dei lanciatori partenti Bumgarner e Vogelsong e, quando questi ultimi erano in difficoltà con uomini in seconda o in terza, con una difesa superba degli interni: faccio un torto a qualche giocatore dei Giants, ma una menzione speciale la faccio per Scutaro e Crawford, rispettivamente 2a base e SS, davvero eccellenti in tutte e quattro le partite.
In gara4 i giochi ormai erano fatti, ma Detroit ha tentato, fedele al brocardo ” Not in my house”, di prolungare la Serie.
Impresa fallita agli extra-inning, con Scutaro che realizza il punto decisivo e il closer Romo che, di concerto con il catcher Posey, spegne le ultime fiammelle di speranza dei Tigers; ironia della sorte, l’ultimo battitore eliminato (per strike-out) è proprio Miguel Cabrera, la più grande delusione, insieme a Fielder e Verlander, di queste World Series 2012, che hanno dimostrato una volta di più come nel baseball non conti tanto il valore assoluto dei giocatori in campo (se così fosse gli Yankees vincerebbero praticamente sempre), ma il momentum, lo stato di forma, la salute psicofisica con cui un team, che comunque ha raggiunto i playoffs dopo più di 150 partite di regular season, si trova ad affrontare il momento decisivo della stagione, quando un lancio o un errore non provocato possono essere decisivi per determinare vittoria o sconfitta.
Complimenti ai Giants, World Champions 2012!