Una parola e un numero: Gara 7

Anche stavolta gli dei del Basket hanno ascoltato le nostre preghiere.   Anche stavolta lo spettacolo, il dramma, la bellezza del gioco saranno onorati.  Anche stavolta la NBA non ha tradito, dimostrando, se a qualcuno fosse minimamente venuto un dubbio, che l’oceano rimane sempre largo, larghissimo.

In una parola e in un numero: Gara 7.Onestamente è giusto così: due squadre agli antipodi per costruzione, concezione di gioco, che hanno dimostrato di essere le più forti di quest’anno venerdì notte ora italiana incroceranno le lame per decidere chi sarà il Campione NBA 2012-2013, in una partita senza domani, una manna dal cielo per gli appassionati di pallacanestro.Si dice che non è più la NBA dei nostri padri: chi come noi è cresciuto con il mito e le sfide di Larry e Magic prima, con Jordan e il Dream Team poi ancora non ha digerito e forse ancora non ha perdonato the Chosen One per aver portato il suo talento a South Beach, unendo le forze con Dwayne Wade e Chris Bosh (in misura minore), formando un tris di All-Star mai visto prima in  un’unica squadra della Lega.
Noi eravamo abituati ai grandi duelli, e i grandi duelli non finivano mai con Barkley che rinunciava a una parte del contratto per unirsi a Jordan e dare l’assalto al titolo.. non è che non capitava, ma si trattava di assi ormai avviati al viale del tramonto che tentavano l’ultima mossa per vincere (o rivincere) l’agognato Anello.
Ma non come LeBron e Flash, non con giocatori al culmine della carriera: sarebbe stato un tradimento del loro status, Malone e Stockton non possono, non devono lasciare gli Utah Jazz per unirsi ai Bulls, non esiste nemmeno. Ma i tempi cambiano, la NBA si evolve e questa Finale ne è il sunto perfetto: Miami Heat – San Antonio Spurs. Talento puro contro programmazione perfetta, fantasia contro progettazione, il volto della Lega del Terzo Millennio contro l’ultimo Samurai degli anni Novanta, uno che MJ, il Postino, Chuck, l’Ammiraglio, Payton, the RainMan e chi più ne ha più ne metta li ha visti davvero da vicino.
Ma si sta divagando: analizziamo, per quelle che sono le mie modeste competenze in materia, queste finali per tentare di azzardare un pronostico per la sfida secca di venerdì.
Troppo facile dire che i Miami Heat dipendono da LeBron James: Wade ha ormai abdicato lasciando le chiavi al Prescelto che ha disputato una Gara6 irreale.. ormai gli aggettivi per questo giocatore sono finiti, ma oltre al 6, a Wade e a Bosh Pat Riley ha raccattato un supporting cast stagionato ma di tutto rispetto: Allen, Miller e il BirdMan venivano dati da molti per finiti, ma grazie al fascino esercitato dai Big Three hanno accettato di dare un ultimo assalto al Titolo, risultando elementi preziosissimi nei playoffs: vedere l’eroico sforzo difensivo di Andersen contro Duncan o la tripla decisiva di He got game in gara6.
Dall’altra parte, l’applicazione certosina di Popovich nel costruire, modellare, plasmare continuativamente i suoi Spurs nel corso degli anni attorno al nucleo formato da Duncan, Ginobili, Parker: qui il supporting cast non è scelto di anno in anno sul mercato, ma viene scelto, opzionato, scambiato, fatto crescere, pescato magari in Europa o in qualche Lega minore e infine viene provato per capire quale possa essere la sua funzionalità al progetto: se la risposta è positiva, ecco apparire i vari Green, Neal e Leonard; in caso negativo, il giocatore viene scambiato per qualcuno ritenuto potenzialmente più utile alla causa (vedi Stephen Jackson). Impossibile pronosticare il risultato di una gara7, di questa gara7. Conta troppo il dettaglio, la singola giocata che può girare il momentum di una delle due squadre, il metro di giudizio arbitrale (no blood, no foul).
Favoriti gli Heat, comunque: giocano in casa, hanno il miglior giocatore al Mondo, arrivano dalla più che rocambolesca W all’overtime in gara6.. ma tutto per me dipenderà dal cast di supporto degli Spurs: i Texani sanno quello che i loro big Three possono dare, il differenziale per me lo possono fare le triple dei vari Neal e Green, la versatilità di Leonard, le piccole grandi giocate di Diaw e Splitter. La tavola è apparecchiata, non resta che aspettare venerdì notte per scoprire chi sarà il Campione NBA 2012-2013. Buon divertimento.
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