Il bavaglio di Obama
Intercettazioni o peggio. Forse in pochi ci avranno fatto caso, ma proprio in questi giorni l’amministrazione Obama sta toccando i livelli più bassi dalla data del suo insediamento. Se il caos su Bengasi e le scuse dell’Irs – l’agenzia delle entrate americana – rivolte ai movimenti conservatori per un immotivato accanimento hanno fatto parlare (male) del presidente, oggi arriva una nuova grave notizia che coinvolge l’Associated Press. Oggetto del contendere: il I e il IV emendamento della Costituzione Usa.
Il Dipartimento di Giustizia adotta un procedimento contro l’agenzia di stampa che incrina i pilastri della libertà statunitense. Ottiene segretamente due mesi di registrazioni telefoniche per indagare su una fuga di notizie, legate a un articolo pubblicato il 7 maggio 2012 (inizialmente considerato privo di fondamento dalla Casa Bianca) che svelava dettagli su un operazione messa in campo dalla Cia in Yemen. L’obiettivo dell’agenzia (d’intelligence) era quello di fermare un attentato di al-Qaeda in occasione del primo anniversario dalla morte di bin Laden. Si trattava di una bomba che avrebbe dovuto colpire un aereo di linea statunitense.
Spionaggio, spy story e giornalismo d’inchiesta si riversano negli affari privati dei cittadini americani e nei loro diritti d’informazione. Viene avviata un’azione che non giustifica un così massiccio intervento delle stato e che per i più audaci lede i principi stessi della Costituzione. L’accusa sarebbe la divulgazione non autorizzata e pericolosa di informazioni classificate, ma nella lettera di notifica pervenuta venerdì negli uffici dell’Ap (a documenti già acquisiti), non si fornisce alcuna spiegazione sul procedimento. Le registrazioni ottenute riguardano le chiamate in uscita e i numeri di telefono personali di diverse redazioni. New York, Washington e Hartford, nel Connecticut. Non è chiaro se le registrazioni includano anche le chiamate in arrivo e l’intera durata delle stesse.
In tutto, il governo sequestra il traffico di oltre 20 linee telefoniche avvenuto nei mesi di aprile-maggio 2012, arrivando ad intercettare circa 100 giornalisti. In una lettera di protesta inviata ieri al procuratore generale Eric Holder, il direttore dell’Ap, Gary Pruitt, ha fatto notare che il governo ha ottenuto informazioni molto al di là di tutto ciò che poteva essere giustificato dall’indagine. Pruitt ha poi dichiarato: “Non ci può essere alcuna giustificazione per un tale atto. Le registrazioni potrebbero rivelare potenzialmente le fonti confidenziali anche lontane dai fatti in questione, divulgando informazioni che il governo non ha il diritto di conoscere.
Obama gode notoriamente del favore di gran parte della stampa, ma è la sesta volta che l’amministrazione mette sotto inchiesta i media per la divulgazione di informazioni riservate. Tutti i presidenti precedenti messi insieme non eguaglierebbero questo triste primato. La Casa Bianca prende le distanze. Il portavoce Jay Carney ha affermato: “Non siamo coinvolti in decisioni prese in relazione a indagini penali indipendenti del Dipartimento di Giustizia”. L’American Civil Liberties Union ha fatto sapere che l’uso delle intercettazioni ha un effetto raggelante su giornalisti e insider che vogliono rivelare i retroscena governativi. “Il procuratore generale deve spiegare le azioni adottate e fare in modo che queste non accadano di nuovo”, ha affermato Laura Murphy, direttore dell’ACLU.
Il Senatore Rand Paul, repubblicano del Kentucky, uno dei potenziali candidati alla presidenza nel 2016 (che di recente si è reso protagonista di una protesta da record a difesa della Costituzione) ha dichiarato: “Il quarto emendamento non è solo una protezione contro le perquisizioni e i sequestri ingiustificati. È una protezione fondamentale per il primo emendamento e per tutti gli altri diritti costituzionali da esso stabiliti”.
Il Dipartimento di Giustizia prevede regole severe per il reperimento di registrazioni dagli organi di stampa ed è anche per questo che procedure simili vengono adottate molto raramente. Si tratta di un procedimento che viene attuato solo dopo che ogni altro tentativo di confronto si è rivelato inutile. I media vengono normalmente informati in anticipo per poi avviare trattative per la cessione dell’informazione desiderata. In questo caso, tuttavia, non è stato così. In questo caso ha vinto la libertà secondo Obama.