Gli spin doctor hanno rotto

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Forse tutto è cominciato con “The West Wing”, l’avvincente serie televisiva creata da Aaron Sorkin, mente geniale e fuori controllo che ha raccontato le vicende del presidente degli Stati Uniti Jed Bartlet e del suo staff radunato appunto nell’ala ovest della Casa Bianca. Poi è arrivato “House of cards”, ma intanto il mondo della comunicazione si era popolato di presunti spin-doctor dal grilletto facile, agevolati dall’esplosione dei social media e in particolare di Twitter: deve farli sentire bene, saper di poter scrivere continuamente battute di 140 caratteri e lanciare hashtag a profusione. Commentano tutto, dal G8 alla partita di football e amano mischiare gli argomenti, proporre similitudini e infilare personaggi dello sport nella politica e viceversa, creando un miscuglio pop che aiuta a nascondere le loro carenze – specialmente sportive.

L’Italia, che è un paese di santi, poeti e navigatori, ovviamente non è rimasta immune dal contagio che ha
raggiunto picchi stratosferici con l’ascesa di Matteo Renzi e del suo fido addetto alla comunicazione che in teoria dovrebbe muoversi dietro le quinte, ma ultimamente è sovraesposto: si tratta di Filippo Sensi, già portavoce di Francesco Rutelli, vicedirettore del quotidiano Europa (prima che questo chiudesse per mancanza di soldi e di lettori) e firma del blog Nomfup – poi diventato un seguitissimo profilo Twitter -, dedicato ovviamente alla comunicazione politica.

Dicono i rumors che a Washington siano un po’ arrabbiati con Sensi e ci immaginiamo la delusione del nostro uomo, dato che di mezzo c’è l’idolo Barack Obama. Durante l’ultimo vertice in Baviera del G7, Sensi ha scattato una foto a Renzi durante un colloquio informale con il capo di stato americano e la scena ha tutti i crismi della coolness obamiana (e quindi renziana): il presidente del Consiglio in camicia bianca con maniche arrotolate, via la giacca d’ordinanza, in primo piano una scrivania piena di documenti di lavoro e sullo sfondo i due amici che se la contano. Obama è così rilassato che pare prenda un pacchetto di sigarette per gustarsi una sigaretta in santa pace, ma ecco che Sensi in quell’attimo preme il tasto per scattare la foto e la spedisce immediatamente sul web. Dunque Obama fuma? Ma non aveva detto di aver smesso? Soprattutto, non l’aveva promesso alla moglie Michelle? Così quella che doveva essere la foto studiata per sponsorizzare l’amicizia tra Renzi e l’uomo più potente del mondo si è trasformata in un argomento di gossip salutistico.

Certo, è sfiga: un secondo prima e il mistero sul pacchetto di bionde tra le mani di Obama non sarebbe nato. Ma è anche una sana lezione di vita: farsi gli affari propri, ogni tanto? Immaginarsi una vita senza tablet, cellulari e più discorsiva dei soli 140 caratteri? Riuscire a vivere senza immedesimarsi continuamente nei panni di un protagonista di qualche serie televisiva? Dopo tutto anche Tobey Ziegler, scontroso capo delle comunicazioni nello staff di Bartlet, si ritirava a fumare un buon sigaro di tanto in tanto.

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