In the Country
Ha un problema David Cameron – di tanto in tanto il suo mandato di Primo ministro deve fare i conti con alcune beghe, dalle riforme in campo sanitario specie per diminuire le spese sostenute a carico dello stato britannico dagli immigrati al contrasto con l’Unione europea proprio in tema di immigrazione per la quale il governo londinese ha promesso la mano di ferro con l’apertura delle frontiere per i paesi dell’Est come Romania e Bulgaria. Questo di problema è tutto interno, lontano dalla città e in aperta campagna: un quinto degli elettori conservatori che abitano nelle zone rurali ha espresso il desiderio di votare per lo UKIP alle prossime elezioni.
La minaccia è stata consegnata direttamente agli esponenti Tories dai rappresentanti della Countryside Alliance, l’organizzazione che promuove e sostiene le istanze provenienti dagli ambienti rurali dell’isola e che storicamente ha un forte legame con il partito conservatore. I motivi sono diversi, primo fra tutti l’impegno finora non mantenuto da Cameron di un referendum per reintrodurre la caccia alla volpe, abolita durante gli anni neolaburisti. Oppure il progetto di nuove strutture per i collegamenti ferroviari d’alta velocità conosciuto con la sigla HS2, High Speed 2, lungo l’asse Londra – Birmingham e in un secondo momento verso Manchester e Leeds. Ma soprattutto negli ambienti agricoli la sensazione diffusa è che i conservatori siano meno attenti, distratti nei confronti di un bacino di voti certo e consolidato.
I sondaggi danno i Tories staccati di 6/7 punti dai laburisti, il giudizio sull’operato del governo è negativo (-27), alcuni dati raccolti da YouGov indica anche come i conservatori siano in vantaggio di sei punti percentuali sui diretti rivali alla voce “partito guidato da persone di reale capacità”: 20 a 14, con la stragrande maggioranza del 44% che non ha fiducia in nessuno. In compenso per il 40% degli intervistati i conservatori sono in grado di assumere decisioni necessarie e impopolari.