Diversamente geniale
L’intervento del sindaco di Londra Boris Johnson all’evento annuale Margaret Thatcher Lecture della scorsa settimana ha scatenato sin dall’inizio una catena di polemiche, soprattutto per il passaggio sul quoziente d’intelligenza: “Whatever you may think of the value of IQ tests, it is surely relevant to a conversation about equality that as many as 16 per cent of our species have an IQ below 85, while about 2 per cent have an IQ above 130“. Il discorso di Johnson era d’altronde centrato sulla diversità, sull’accezione positiva dell’avarizia (“I don’t believe that economic equality is possible. Indeed, some measure of inequality is essential for the spirit of envy and keeping up with the Joneses that is, like greed, a valuable spur to economic activity“) e sull’appiattimento dell’istruzione (“I remember once sitting in a meeting of the Tory shadow education team and listening with mounting disbelief to a conversation in which we all agreed solemnly that it would be political madness to try to bring back the grammar schools … most of the people in that room were about to make use, as parents, of some of the most viciously selective schools“).
Inevitabilmente le accuse di elitarismo hanno preso piede e Boris ha pagato dazio ospite dell’emittente radiofonica LBC Radio, durante la trasmissione Ask Boris, con il sindaco sottoposto ad un test per valutare il suo quoziente intellettivo. Rimane un genio, diversamente geniale, libero dagli impedimenti governativi di esprimere quei giudizi che innescano le feroci reazioni mainstream e che al contrario costringono David Cameron ad un atteggiamento più diplomatico. Ok, l’ultima parte della frase precedente era solo ironia.