La nuova strategia democratica: abbandonare Nancy
Secondo Alex Isenstadt di “The Politico”, i democratici sono sull’orlo di abbracciare una strategia molto pericolosa in vista delle prossime elezioni di mid-term: abbandonare qualsiasi speranza di riconquistare la Camera per concentrare i propri sforzi finanziari sui seggi in bilico al Senato. «L’idea – scrive il giornalista di “The Politico” – sta prendendo piede in conversazioni telefoniche tra i finanziatori del partito e in riunioni strategiche tra i dirigenti democratici. E l’opzione sembra aver convinto qualcuno che ha già investito parecchio denaro per riportare Nancy Pelosi alla carica di Speaker della Camera». Chi si oppone, invece, crede che lasciare il controllo della Camera ai Repubblicani senza combattere rischia di vanificare non solo le elezioni del 2014 ma anche quelle del 2016, che in teoria si dovrebbero svolgere (alla Camera) in un ambiente meno ostile per i Democratici.
Il problema – per i Dems – è che, mentre il controllo del Senato sembra appeso a un filo (Larry J. Sabato di “Crystall Ball” parla di «coin flip», le speranze di ribaltare il deficit di 17 seggi alla Camera sono, oggettivamente, molto flebili. E non sempre il flusso del denaro proveniente dai finanziatori sembra tenere conto di questa dinamica consolidata. «Fino a novembre dello scorso anno – scrive Isenstadt – il Democratic Congressional Campaign Committee ha portato a casa più di 70 milioni di dollari, contro i 48 milioni del Democratic Senatorial Campaign Committee. Anche se in minoranza, il DCCC ha raccolto almeno 15 milioni in più del National Republican Congressional Committee. E l’House Majority PAC, un “ouside group” democratico che investe nelle corse per il Congresso, ha raccolto 7 milioni e mezzo di dollari nel 2013, quasi il doppio di quanto raccolto nel primo anno dell’ultimo ciclo elettorale».
Ma mentre i Democratici stanno ancora decidendo la loro strategia, i Repubblicani sembrano aver scelto il loro cavallo: «Fino ad oggi, gruppi repubblicani hanno speso più di 17,2 milioni di dollari in spot televisivi relativi a campagne elettorali per seggi del Congresso, appena meno del doppio di quanto (8,8 milioni) hanno speso i Democratici. E in cinque stati chiave – Arkansas, Iowa, Louisiana, Michigan e New Hampshire – i Repubblicani stanno spendendo tre volte più dei Democratici, concentrando la loro potenza di fuoco sull’Obamacare».
Ecco, forse il problema dei Democratici non è quello di trovare i soldi, ma quello di trovare qualcosa da dire.