What could be more fundamental than this?

Febbraio 2016: Apple comunica all’FBI che non ha alcuna intenzione di cedere le chiavi di accesso ai dati crittografati contenuti nel cellulare del terrorista islamico Syed Farook che il 2 dicembre a San Bernardino ha ucciso 14 persone in un centro per disabili assieme alla moglie. La richiesta di collaborazione è avanzata dal giudice federale Sheri Pym, ma l’azienda californiana si oppone con un messaggio del ceo Tim Cook:

The United States government has demanded that Apple take an unprecedented step which threatens the security of our customers. We oppose this order, which has implications far beyond the legal case at hand. This moment calls for public discussion, and we want our customers and people around the country to understand what is at stake.

Il dibattito si scalda: di mezzo ci sono sia la sicurezza nazionale così come la privacy degli utenti che possiedono non solo un iPhone, ma un qualsiasi cellulare o apparecchio tecnologico, dal momento che la presa di posizione di Apple diventa un precedente che segnerà la storia legale degli Stati Uniti e occidentale.

1999, tecnologicamente parlando un’era fa. Il 24 novembre viene trasmessa la nona puntata della prima stagione di The West Wing, scritta e prodotta da Aaron Sorkin quando ancora il mondo della comunicazione e della televisione non vedevano spuntare come funghi spin doctor e consulenti politici. TWW raccontava le vicende della Casa Bianca durante l’amministrazione democratica di Jeb Bartlet, concentrando l’attenzione sulla vita attorno allo studio ovale, attraverso lo staff ristretto del presidente interpretato da Martin Sheen.

Nella puntata in questione, “The Short List”, c’è da un giudice da piazzare alla Corte suprema e nella scena iniziale Josh Lyman, vice capo del personale, è al settimo cielo per aver ottenuto il consenso dal candidato prescelto, il giudice Harrison. Ma quando ormai la pratica sembra conclusa il vice direttore della comunicazione Sam Seaborn giunge in possesso di un vecchio articolo anonimo, ma riconducibile per stile e contenuti ad Harrison nel quale il giudice, durante gli anni accademici, poneva un limite al diritto alla privacy. Interrogato sull’argomento, Harrison non nasconde di essere infastidito dalle domande di Seaborn, che però non arretra e spiega così al presidente Bartlet la sua perplessità sulla nomina:

It’s not just about abortion, it’s about the next 20 years. In the ’20s and ’30s it was the role of government. ’50s and ’60s it was civil rights. The next two decades are going to be privacy. I’m talking about the Internet. I’m talking about cell phones. I’m talking about health records and who’s gay and who’s not. And moreover, in a country born on the will to be free, what could be more fundamental than this?

Alla fine Harrison viene scaricato.

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