A.I.F./ Week 11

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Dopo due bye weeks non doverose ma gradite – felicemente accompagnate dalla vittoria di TheDonald negli amati USA – torna America Is Football. Ci avviciniamo ai playoff, anzi, possiamo dire di essere già li. Tanto – non tutto – è molto più che probabile. Certo, azzardando. 

Patriots, Raiders, (toccando ferro) Texans, Cowboys e Seahawks hanno già un piede nella post season. Le battaglie più infuocate sono quelle nella AFC North dove Ravens e Steelers si giocano uno spot e, in definitiva, nella NFC South che vede Lions e Vikings con un record identico di 6-4.  A chi prestare attenzione? Ai Giants, naturalmente. L’inizio di stagione – deludente – ha lasciato spazio ad una crescita tanto esplosiva quanto galvanizzante per la Grande Mela. Ma… avanti! Partiamo con gli Highlights.

Highlight/1 Zeke Elliot

Il RB dei Cowboys è un portento. I tifosi dell’America’s Team ci avevano visto giusto quest’estate quando, dopo la sua chiamata al draft, avevano iniziato ad acquistare la sua Jersey manco fosse il migliore al mondo. Se non lo è, dati alla mano, poco ci manca. Già più di 1100 yards corse, rookie record dei Cowboys, potenziale MVP assoluto, quasi un touchdown per partita. Se proprio volete ammirarlo – e capire l’entusiasmo delle mie parole – guardate l’ultimo possesso nella sfida con gli Steelers. Mostruoso. 

Highlight/2 Big City Lights

Le luci della grande città, quelle di New York, ora risplendono. Zona Giants. L’inizio non incoraggiante incitava gli analisti a darli già per spacciati ma – c’è un “ma” grande come una casa – un ritrovato OBJ, un potenziale comeback player of the year come Cruz, un talento naturale come quello di Sterling Shepard e una difesa Monster hanno rimesso in carreggiata i Big Blues. Tanto che nei Power Rankings di NFL.com sono arrivati al quinto posto. E la strada, tenuto conto di alcune sfide importanti (Dallas e Detroit) at home, sembra portare diritti ad uno spot playoff. 

Highlight/3 Più buchi che formaggio

Per fare un paragone con il da me odiato ma ahimè popolare calcio: pensate se – metti caso la possibilità possa mai accadere faccio un party che altroché Una notte da leoni… – la Juventus perdesse, dopo una prima metà di stagione altalenante, due partite con uno scarto di quattro goal. Per giunta con squadre del calibro di Pescara e Chievo. Ecco già immagino cosa potrebbe accadere. Nel football la Juve può essere ben rappresentata dai Packers di Green Bay. Una squadra abituata a vincere. O, almeno, ad arrivarci vicino. Il 2016 è l’anno – bisesto – “no” per le teste di formaggio. Una combo di due partite con Indianapolis e Washington: oltre 70 punti subiti. La squadra non gira, Aaron Rodgers sembra la brutta copia di se stesso, la linea difensiva – per restare in tema di formaggi – pare essere un Emmenthal neanche troppo gustoso, Eddie Lacy è ormai “over” per la stagione e l’unico terminale di attacco, Matthews, è oramai esaurito per i continui straordinari. In Wisconsin, comunque, hanno già comprato i fuochi d’artificio: poco più di un mese e il 2016 sarà solo un brutto ricordo.

Highlight/4 La rinascita di Oakland

Ho già avuto modo di dire della fama di Oakland. La terra dove, per detto popolare, vive chi non ce l’ha fatta a San Francisco. Ladri, Assassini, Prostitute e Disoccupati. Specchio sociologico demografico della città. Ma l’America è – o per lo meno è stata – la terra dei sogni, la Promised Land di Springsteeniana memoria. Il luogo dove le favole spesso diventano realtà. Una possibilità è garantita a tutti. Dio la Benedica, l’America. La stagione degli Oakland (record 8-2) è una cavalcata trionfale verso la post season. La vittoria di lunedì contro i Texans – giunta in circostanze da moviola – è solo l’ultimo tassello di una corsa vincente. I Raiders, ormai destinati a Las Vegas, stanno regalando il più bel farewell tour di sempre non solo ai loro tifosi ma a tutti quanti gli appassionati NFL. Derek Carr vanta numeri da capogiro. Insieme a Crabtree sono il duo d’attacco forse meglio assortito della lega. Che bella storia in quel di Oakland.

Si, per questa settimana solo 4 highlights. Non me ne vogliate ma ho il tacchino in forno, buon Thanksgiving a tutti

Dio benedica l’America. E, di conseguenza, il football.  Alla prossima settimana! 

 

 

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