The Road to Milwaukee Mar04

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The Road to Milwaukee

Grazie allo sforzo massiccio e coordinato dell’intero establishment democratico (oltre che alla ridicola inadeguatezza di Michael Bloomberg), Joe Biden esce dal coma giusto in tempo per il SuperTuesday. E scavalca Bernie Sanders nella corsa alla nomination, vincendo non solo negli stati del Sud (con la forte spinta dell’elettorato afro-americano) ma anche in stati che fino a pochi giorni fa sembravano fuori dalla sua portata (Massachusetts e Maine). Per capire se questa vittoria di Biden si tramuterà in un netto vantaggio nel conto dei delegati, però, bisognerà aspettare la fine delle operazioni di spoglio in California, che andranno avanti per giorni. Con il 75% delle schede scrutinate, per ora Sanders ha un vantaggio di quasi 250mila voti su Biden, che in teoria potrebbero quasi essere sufficienti per pareggiare il vantaggio nel numero di delegati accumulato da Sleepy Joe in tutti gli altri stati, Texas compreso.

È anche per questo motivo che l’establishment dem e i sostenitori di Biden non dovrebbero cantare vittoria troppo prematuramente. Il trend nei sondaggi e nelle quote degli scommettitori si è invertito bruscamente. E Bloomberg (come Elizabeth Warren) sembra ormai mestamente avviarsi verso la “road to nowhere”, a tutto vantaggio del nuovo/vecchio frontrunner. Ma l’esito più probabile di queste surreali primarie democratiche resta ancora la “brokered convention”. Secondo Fivethirtyeight, ci sono tre possibilità su cinque che nessuno dei contendenti arrivi alla convention di Milwaukee con la maggioranza dei delegati. E se Biden nelle prossime settimane potrà contare sul sostegno della gran parte degli elettori in fuga da Bloomberg, Sanders molto probabilmente cannibalizzerà i fedelissimi della Warren (se l’establishment le permetterà di ritirarsi in buon ordine).

I giochi sono ancora aperti, insomma. E il Partito democratico ha ancora tutto il tempo di questo mondo per continuare a sbagliare tutto, come ha fatto finora.

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