5 cose da fare aspettando il voto Ott27

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5 cose da fare aspettando il voto

Mancano sette giorni, una settimana. E poi tutto sarà finito, o ricomincerà nuovamente, dipende un po’ dai punti di vista. Sette consigli molto personali per seguire quello che succederà in questi ultimi sette giorni.
1) Don’t believe the hype. Non lasciatevi fuorviare da notizie frammentarie o presunti indicatori in grado di risolvere ogni previsione. A volerli cercare ci sono segnali evidenti che confermano una vittoria di Biden (l’alta affluenza, gli stati in bilico) e altrettanti che lasciano immaginare una rimonta di Trump (le registrazioni al voto, ad esempio). L’unica cosa che ha un minimo di rigore scientifico sono i sondaggi. Saranno anche vituperatissimi ma rappresentano l’unica base seria da cui far partire ogni ragionamento, meglio se li guardate con l’occhio attento di chi li sa anche pesare (consiglio Nate Silver e FiveThirtyEight).
2) Non ci sono solo le presidenziali. Il bello della democrazia americana è che sotto la punta l’iceberg c’è davvero. Ed è molto interessante. Non si corre solo per la Casa Bianca, ci sono in gioco Camera, Senato, e un sacco di elezioni locali. Sceglietevene un paio e seguitele. Io mi sono affezionato alla corsa al senato del North Carolina dove Lindsey Graham rischia molto contro l’outsider democratico, Jaime Harrison. Graham è stato uno dei più feroci critici di Donald Trump fino al 2017, salvo poi diventarne uno dei difensori d’ufficio. E’ un senatore in carica molto “established” e molto impegnato, in questi giorni, a Washington. Nel mentre, in South Carolina il suo rivale raccoglieva 100 milioni di donazioni per la sua campagna (un record) e rimontava 15 punti di svantaggio in pochi mesi. Per me vince Lindsey, però è tutta da vedere.
 
3) Storie. Ce ne sono un sacco, dentro le campagne elettorali. La mia preferita è quella dei miei amici di The Lincoln Project un gruppo di ex consulenti repubblicani che si è messo in proprio con l’unico obbiettivo di impedire una nuova affermazione di Trump alle presidenziali di novembre. Il mio preferito tra loro è Stuart Stevens, detto Stu. Capo della campagna elettorale di Romney 2012 e, se pensate che abbia perso, ricordatevi che la strategia per far vincere le primarie a Mitt fu tutta farina del suo sacco. E’ stato anche consulente di Berisha in Albania e di un candidato alle presidenziali del Congo di cui, perdonerete, non ricordo il nome. Ovviamente ha lavorato per W, sia nel 2000 che nel 2004.
4) Vice. Non sottovalutate il ruolo di Kamala Harris e Mike Pence. Per capire che tipo di presidenti saranno Biden e Trump, è utile guardare anche come si muovono i loro vice. I media italiani li considerano poco ma su internet si possono seguire agevolmente: ci sono le dirette dei loro comizi, un sacco di dichiarazioni e, soprattutto, i loro movimenti. Spesso vengono mandati in stati contendibili ma considerati di seconda fascia. Per esempio Kamala negli ultimi giorni è stata in Nevada, Michigan, Ohio, Georgia e domani andrà in Arizona.
 
5) Godetevela. E’ uno spettacolo unico, non esiste niente di minimamente paragonabile al mondo. Per questo fate l’impossibile per gustarvi la più grande democrazia del mondo che decide in diretta. Io vado a dormire presto, mi sveglio appena chiudono le urne nel primo stato e poi rimango “on” fino alla fine dello spoglio. Ma va bene anche fare una tirata lunghissima. Sapendo che alcuni stati potrebbero non chiudersi con lo spoglio di martedì.
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