Tutti pazzi per Jon Huntsman
Tutti pazzi per Jon Hunstsman, ex governatore repubblicano dello Utah ed ex ambasciatore di Obama in Cina, che ha ha formalmente annunciato la sua candidatura alle primarie repubblicane. Pazzi i mainstream media, che lo coccolano da mesi, indicandolo come l’unica speranza di un partito ormai ostaggio di psicolabili e pericolosi sostenitori del libero mercato. Pazzi i democratici, come Harry Reid, che qualche giorno fa ha dichiarato pubblicamente di preferirlo a Mitt Romney, mettendolo in grave imbarazzo col suo stesso partito. Pazzi, e sembra quasi un sillogismo inevitabile, anche i pochi giornalisti italiani che si occupano di cose americane, come Francesco Costa che – su Il Post – gli fa il miglior complimento che si possa fare a un repubblicano: “Non è un repubblicano come gli altri”.
E ci credo. Come spiega lo stesso Costa nel suo articolo, “da governatore dello Utah, uno degli stati più a destra degli Stati Uniti, si è detto favorevole alle unioni civili per gli omosessuali, favorevole a una tassa sulle emissioni di CO2, favorevole al piano di stimolo all’economia promosso dall’amministrazione Obama”. Insomma, tutti pazzi per Jon Huntsman per un motivo molto semplice: è un RINO, neppure di fascia alta. E non c’è niente che piaccia di più alla sinistra di qualcuno, formalmente di destra, che parla e pensa come uno di sinistra. Vanno in brodo di giuggiole. Quasi come Chris Matthews con Obama.
Non è un caso che la “discesa in campo” di Huntsman sia stata seguita con estrema attenzione da tutti, perfino al di qua dell’oceano, mentre ha lasciato del tutto indifferente la base repubblicana che – breaking news! – è quella che deciderà il candidato repubblicano alle presidenziali del 2012. Date un’occhiata ai sondaggi: non ce n’è uno in cui il buon Jon riesca a sfondare il fantasmagorico muro del 2%.
Malgrado gli spot gratuiti dei mainstream media tutti riescono a farsi beffe di Huntsman. Newt Gingrich è stato mollato anche dalla centralinista? E’ sempre 6 punti percentuali sopra Huntsman. Rick Santorum viene preso in giro anche dalla moglie? Tre punti abbondanti sopra Huntsman. Rick Perry non si è neppure candidato? Cinque punti sopra Huntsman. Ron Paul è un simpatico vecchietto che crede nelle teorie cospiratorie più bizzarre? Sei punti sopra Huntsman. Non parliamo dei second-tiers (per ora) come Herman Cain, Michelle Bachman o perfino Sarah Palin (non datela per “finita” prima del tempo). Tim Pawlenty, che alcuni analisti considerano in grande difficoltà perché non riesce ad acquistare trazione sufficiente nei sondaggi, ha in media il quintuplo dei consensi rispetto all’ex governatore dello Utah. Anche il fantasma di Rudy Giuliani viaggia a distanza siderale da Huntsman. Per non parlare di Romney.
Insomma, Jon non ha nessuna speranza di vincere le primarie repubblicane. Neanche in caso di suicidio collettivo di tutti gli avversari al prossimo dibattito tv. Se morissero tutti gli altri, perfino la mamma di John McCain lo batterebbe a mani basse in tutti gli stati. Eppure i giornalisti liberal, i commentatori mainstream e quelli che dicono di avere a cuore la sanità mentale e il futuro del GOP lo stanno “pompando” in maniera disperata. Non lo fanno apposta, è più forte di loro: quando vedono un democratico travestito da repubblicano si innamorano pazzamente. Fateli sfogare e dimenticatevi di Huntsman.