Terrorismo alimentare
Se sei un fumatore vieni già considerato come un reietto dalla società. Sui pacchetti di sigarette non si limitano più a mettere scritte funeree sulla mortalità del tuo vizio, ma fra non molto inseriranno anche macabre foto di malati terminali (probabilmente) conciati così dai loro pacchetti di sigarette. Ma se credi che il fumo sia l’unica abitudine colpita dalla mannaia dei divieti, della censura e del pensiero salutista, ti sbagli di grosso, perché fra poco le autorità verranno a toglierti il piatto dalla tavola, qualunque cosa tu stia mangiando.
Sì. Avete capito bene: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), proprio ieri, ha dichiarato nel suo ultimo rapporto sulla diffusione dei tumori che “restrizioni sulla dieta devono essere prese in considerazione” da chi di dovere, dunque dalle autorità politiche. Il rapporto sulla diffusione del cancro fornisce cifre abbastanza impressionanti e ben verificabili nella realtà che ci circonda. Dal 2013, si ammalano in media 14 milioni di persone all’anno. È un numero crescente rispetto ai 12,7 milioni di casi, in media, contati nel 2008. La proporzione della crescita dei tumori in rapporto a quella demografica è sensibilmente maggiore. Il più frequente è il tumore ai polmoni (13% del totale), ma l’Oms rileva anche una crescita esponenziale dei tumori al seno. Misurando il trend attuale, l’Oms calcola che il numero di malati crescerà fino a 19 milioni all’anno nel 2025 e 24 milioni all’anno nel 2035.
Il problema è capire la causa. I tumori ai polmoni sono più facilmente riconducibili al fumo. Ma al di fuori di Europa e Nord America, o delle aree più isolate degli altri continenti, il problema dell’inquinamento urbano è decisamente superiore. Insomma, a Pechino puoi anche non fumare alcuna sigaretta che comunque i tuoi polmoni respirano abbastanza catrame da costruirci un’autostrada a quattro corsie. Ma anche in Italia e in Europa ci sono malati di tumore al polmone che non hanno mai toccato una sigaretta. La stessa Oms, nel 1999, aveva fornito dati statistici che non erano in grado di dimostrare il nesso causale diretto fra il fumo (e la quantità di fumo) e il tumore al polmone.
Se il tabacco è un fattore di rischio tuttora incerto, quali certezze abbiamo che l’alcool e il cibo causino il cancro? E quali cibi? Mangiati in quali circostanze? Prevale l’idea che carne e insaccati aumentino i rischi di tumore all’apparato digerente, mentre pesce e verdure li diminuiscano. Dati i gusti culinari, chi scrive è già condannato, se questa analisi fosse giusta. Chiunque abbia questi (comprensibili) gusti inizierà a sviluppare ansia da dieta. Anch’essa causa psico-somatica di tumori.
Tuttavia un dubbio resta: l’incidenza dei tumori è maggiore nel mondo in via di sviluppo, dove la carne è meno consumata che nel mondo industrializzato. Nelle proiezioni diffuse dall’Oms, si può chiaramente vedere come la malattia sia destinata a diffondersi in Paesi in via di sviluppo più rapidamente che in quelli già sviluppati. “Obesità”, “sedentarietà” e “tarda genitorialità” che sono indicate dal rapporto come cause maggiori di tumore, sono tutte caratteristiche delle società opulente. Che a quanto pare sono meno colpite dai tumori e dove la malattia ha meno prospettive di crescita.
C’è un altro grande dilemma che difficilmente può essere spiegato: quanto incide la crescita della speranza di vita? Se fino a metà secolo scorso questa era di 65, oggi, nel mondo industrializzato, raggiunge gli 80. Prima si moriva meno di tumore… perché si moriva di altre cose prima.
In ultima analisi, poi, se fosse individuata una causa certa del cancro, lo si potrebbe curare. Ma come si sa, purtroppo, un tumore maligno può essere rallentato o asportato, mentre una vera e propria cura non esiste. In sostanza: brancoliamo nel buio.
E allora, nel dubbio, perché privarci di delizie duramente conquistate dalla civiltà, come il fatto di poter avere carne rossa, pane bianco, salumi prelibati, tutti i giorni sulla nostra tavola? Meglio tornare a morire di fame?