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Con Man
Il momento cruciale del secondo dibattito, a mio avviso, è quello sulla Libia. Romney accusa Obama di essere andato a Las Vegas il giorno dopo gli omicidi, Obama non lo nega (non potrebbe, è vero) ma sostiene che quel giorno ha fatto una conferenza stampa in cui ha detto che è stato un “act of terror”; Romney dice che non è vero, Obama dice di si, la conduttrice dimostra di meritare la riconferma del contratto con CNN e si schiera dalla parte con cui sta tutta la stampa americana con 3 o 4 eccezioni, mentendo. Quel che è importante è la sequenza. Romney non può sapere che Obama citerà la sua frase, né può ricordare a memoria le esatte parole di Obama. Ma Obama è colui che cita la frase, e quindi ha preparato il fatto di usarle.
Leggendo il transcript, è evidente che Obama disse la parola “terror” riferendosi ad altro, non agli eventi di Benghazi. Quindi Obama scientificamente mente, manipola le sue stesse parole e lo fa avendo preparato la truffa, servendola pronta in diretta davanti a decine di milioni di americani. Sa bene che 9 persone su 10 interpreterebbero le sue parole diversamente da lui: ma conta sul fatto che lì per lì nessuno ha la trascrizione in mano. E sulla conduttrice compiacente. E ci azzecca in pieno. Questo è il Barack Obama che conoscevamo, quello cresciuto politicamente a Chicago. Mica quello di Denver, che questi trucchetti e mezzucci non li ha usati, e infatti è uscito sconfitto.
Questo è l’Obama che vinse le sue prime elezioni locali facendo fuori gli avversari. Guardatevi la seconda season di “Boss”, che si conclude questa settimana: ci ritroverete gli stessi comportamenti. Narra del Sindaco di Chicago e delle zozzerie politiche di quella città e di quello Stato. My home town, l’ha chiamata Obama ieri.
Resta solo da stabilire se il popolo americano si meriti un con man alla Casa Bianca, uno che scientificamente imbroglia decine di milioni di americani in plain sight, conscio di farla franca piegando le regole e potendo contare sull’arbitro complice. Io dico che il popolo americano merita di meglio. E anche che a sinistra, in Italia come in America, sono troppo abituati a giustificare dittatori, terroristi e compagni che sbagliano, per accorgersi dello sprofondo in cui sono piombati adorando chi gli fa il gioco delle tre carte ghignando.