Tax & Spend

Ieri Gianfranco Fini ha lanciato la geniale idea di aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie per poter sostenere la riforma dell’Università. Va sempre così, con i tassatori professionisti e i politici di mestiere. Cercano di ammantare di eticità una cosa come le tasse che, nella migliore delle ipotesi, sono un male necessario. Parlano di solidarietà, di equità, di redistribuzione del reddito, ci mettono qualche motivazione politically correct e sperano che le mani dello Stato possano infilarsi nuovamente nelle tasche degli italiani senza grossi scossoni. E’ vero: la tassazione sulle rendite finanziarie è, in Italia, più bassa della media degli altri paesi europei. Vogliamo parlare di tutte le altre imposte e del loro, inacettabile, livello? E vogliamo parlare poi della qualità dei servizi erogati? Perché da lì bisognerebbe partire per rendere perlomeno decente l’attuale sistema fiscale. David Cameron in Inghilterra ha iniziato una riduzione della spesa pubblica del 20% (Margareth Thatcher si fermò all’8%) che porterà al taglio di 500mila dipendenti pubblici e garantirà la tenuta dei conti del Regno Unito per il prossimo decennio. Prima di pensare a nuove forme di tassazione, più o meno odiose che siano, il nostro Presidente della Camera farebbe bene a ragionare sulla necessità di una drastica cura dimagrante per la nostra spesa pubblica. “A Fini piace Cameron”, sentenziava ieri Libertiamo. Come sempre,gli italiani hanno una strana attrazione per ciò che non conoscono.

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