Moderatamente liberi
Battuti, di misura, dalle Isole Fiji. Se parlassimo di calcio, le prime pagine dei giornali sarebbero dominate da questa notizia. Parliamo di libertà economiche e, ovviamente, a nessuno interessa il tema.
L’Index of Economic Freedom, però, rappresenta l’Italia come un paese “moderatamente libero”, al pari di Rwanda, Sud Africa e Namibia. Non è risultato di cui andare fieri, soprattutto considerato il fatto che come noi in Europa ci sono solo Francia, Portogallo e Grecia. Non esattamente i migliori compagni di viaggio su piazza.
Detto questo, siamo andati a leggerci le motivazioni della “sentenza” e quello che traspare in tutta la sua evidenza è un paese strutturalmente arretrato. C’entrano poco Berlusconi, Bersani, la destra, la sinistra. O meglio: sono responsabili tutti insieme. Mentre la politica si interroga su Ruby, sulla vita sessuale del Premier, sulle proprietà immobiliari del Presidente della Camera e sugli amori pericolosi di Ilda Bocassini, nel Paese reale “Organizing new investment and production remains a cumbersome and bureaucratic process. Inefficient public administration and legislative complexity continue to delay and increase the cost of entrepreneurial activity“. Oppure ancora (e a dirlo non è Ghedini): “Property rights and contracts are secure, but judicial procedures are extremely slow, and many companies choose to settle out of court. Many judges are politically oriented“.
Due piccole annotazioni, per rendervi il quadro ancora più chiaro. Primo: Santa Lucia, la famigerata isola dell’offshore di Tulliani, sta un bel po’ davanti a noi. Secondo: se l’Italia l’anno prossimo ripetesse la performance di quest’anno si ritroverebbe dritta dritta tra i paesi “mostly unfree”. Auguri.