Il Ranch nel cielo

Quest’anno si celebra in grande stile: un intero weekend di incontri per festeggiare il centesimo dalla nascita di Ronald Reagan. Il “Rancho del Cielo”, come lo chiamava il presidente, è parato a festa. Ad aprire le danze c’è Sarah Palin, candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti nel 2008. Ma passeranno un po’ tutti, in settimana, i grandi nomi del GOP.

“Il Rancho del cielo”, infatti, è un’istituzione. Per i giornalisti che accompagnavano il presidente Reagan nelle frequenti visite in California divenne presto la Casa Bianca della costa occidentale. Quei 688 acri di terra tra le montagne vicino a Santa Barbara furono per più di vent’anni il rifugio e il luogo di meditazione di Ronald e Nancy Reagan. “Ci rilassiamo al ranch – disse un giorno Reagan – Non sarà davvero il paradiso, ma probabilmente ha lo stesso codice postale”. Da quell’angolo di paradiso e per tutto il tempo del suo mandato Reagan indirizzò il messaggio settimanale alla nazione. In quel ranch prese molte delle sue decisioni di presidente.

Il ranch dei Reagan è ancora al suo posto: è un sito storico gestito dalla Young America’s Foundation, un’associazione no profit che ha deciso di acquistarlo quando, dopo la scoperta della malattia, la famiglia Reagan decise di metterlo in vendita. Oggi è completamente restaurato. Coloro che visitano la grande casa bianca e il parco che lo circonda hanno la sensazione che i Reagan vi abitino ancora e che siano semplicemente fuori per il pranzo. Nancy ha donato alla fondazione moltissimi oggetti personali della famiglia. C’è anche qualche dettaglio che ricorda come questa casa si sia trovata occasionalmente a essere per qualche tempo l’epicentro del potere del mondo libero. Mezzo nascosto in un granaio, ad esempio, c’è un piccolo pezzo del Muro di Berlino. Per non dimenticare.

Ma il ranch del cielo non è affatto un semplice museo. La YAF lo ha scelto come base per un progetto molto più concreto: tramandare la filosofia di vita e la visione politica del presidente Reagan alle nuove generazioni. Educare gli studenti di oggi, bambini in fasce negli anni 80, agli ideali della libertà individuale, del governo limitato, di una forte difesa nazionale, della libera impresa e dei valori tradizionali.

Ogni anno studenti dei college più disparati arrivano al ranch per seguire seminari e ascoltare le lezioni di quanti lavorarono al fianco del presidente. I principi della “reaganomics”, del capitalismo e del libero mercato, vengono spiegati da chi lavorò attivamente allo sviluppo della teoria politica e della prassi reaganiana. Corsi intitolati ai più conosciuti dei teorici reaganiani si susseguono mese dopo mese. Quello che non manca mai è il seminario dedicato a Milton Friedman e alla scuola economica di Chicago. Un modo, dicono i responsabili del progetto, per ascoltare quelle idee e quelle dottrine che, benché vincenti, sono spesso cancellate dai normali corsi dei campus americani. Perché l’eredità del presidente Reagan è troppo importante per essere lasciata nelle mani dell’establishement accademico liberal.

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