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Grandi assenti
Sono giornate intense per maggioranza e opposizione. Giornate il cui incedere è segnato da numeri: numeri sulla fiducia, numeri sulla diaspora pidiellina, numeri sugli spread. La politica italiana è diventata una girandola di cifre, tutte in fila, a significare qualcosa. Larga parte dei lettori, oggi, sa illustrare con dovizia di particolari tutte le possibili combinazioni che potrebbero salvare il Governo Berlusconi, o quelle che garantirebbero un esecutivo tecnico o quelle che, invece, aprirebbero le porte al voto.
C’è un anello mancante nel ragionamento di larga parte dei politici italiani ed è la non trascurabile parentesi che dovrebbe riguardare i contenuti. Berlusconi vuole restare in sella ma non ha ancora detto per fare cosa, Casini vorrebbe le larghe intese ma di programma nemmeno si parla, Bersani non si sa cosa vorrebbe e la Lega sta lì a cercar di capire cosa dicono i sondaggi.
Servirebbe chiarezza. Non tanto per i mercati, quanto per quel briciolo di dignità che la politica dovrebbe avere nell’affrontare i problemi di questo paese. Silvio Berlusconi, prima ancora di guardare negli occhi i transfughi o di promettere mari e monti a possibili futuri sottosegretari, farebbe bene a scrivere un documento, uno qualsiasi, con quello che intende fare nei prossimi sei mesi. Chieda la fiducia su questo, meglio se assomiglia alla lettera della Bce, ma va bene anche qualcosa di più originale.Poi vediamo come andrà finire. Ma intanto ristabiliamo quantomeno i fondamentali di quel giochino democratico che si chiama Governo.
Parallelamente, se ne hanno alcune di condivise, le opposizioni farebbero bene a dire almeno cinque cose che intendono fare per salvare il paese. Il “dagli a Berlusconi” è sport divertente ma dubitiamo seriamente circa la sua produttività per l’Italia.
Una crisi politica di queste dimensioni non si vedeva da tempo. Dovrebbe essere lo spunto per mettere in campo gli uomini e le idee migliori. Invece, perfettamente in linea con il momento, siamo qui a rincorrere Gabriella Carlucci e governe di larghe intese e strette vedute.