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Riformismi
Ho intervistato Stefania Craxi per Notapolitica. Con l’occasione le ho posto anche qualche domanda un po’ più “right” su destra/sinistra, rete, rivolte arabe. Qui sotto trovate le risposte. Se, invece, volete partecipare all’incontro di presentazione del “Manifesto dei Riformisti” non vi resta che farvi trovare domani (Sabato 26) alle ore 10 a Milano al Teatro Nuovo di Piazza San Babila.
Ad Orbetello la Fondazione Craxi ha organizzato una due giorni di formazione interamente dedicata a Internet. Crede che la Rete possa essere un interlocutore privilegiato per i Riformisti italiani ?
La Rete rappresenta la vera rivoluzione di questi anni. Mi ha colpito il grande ruolo giocato dalla comunicazione sul web e dai social network nell’influenzare in maniera determinante l’assimilazione dei messaggi da parte dell’opinione pubblica. Per i Riformisti italiani, che vogliono concorrere alla definizione delle riforme strutturali di cui questo Paese ha bisogno, la Rete non può che essere un interlocutore privilegiato.
Tutti considerano internet uno strumento di sinistra e in mano alle solite elite mediatiche. Lei cosa ne pensa ?
Non credo a questa ipotesi. Il vero problema credo sia quello di riflettere su quanto ed in che modo la politica stia tenendo il passo della Rete, ovvero in che modo la politica stia rimodellando i propri messaggi per rivolgersi ad una sempre più ampia platea di cittadini-elettori, per lo più giovanissimi, che non guardano la televisione, non leggono i giornali, ma hanno un’enorme familiarità con la navigazione sul web.
Lei si sente più di destra o di sinistra ?
In Italia destra e sinistra hanno perso il loro significato tradizionale. Basti dire che riforme e modernizzazione sono la stella polare della destra, mentre il mantenimento dello status quo è una peculiarità tutta della sinistra. Rimango una donna di sinistra, ma certo non può essere questa sinistra conservatrice quella che porto nel cuore.
E’ stata un’osservatrice attenta della cosiddetta “primavera araba”. Quanto importante è stato il ruolo di internet ?
Le rivolte in Nord Africa, penso alla Tunisia e all’Egitto, sono scoppiate spontaneamente a causa delle aspettative frustrate, delle disuguaglianze, del soffocante controllo sociale, del senso di emarginazione e mancanza di prospettive che pervade il mondo arabo. Ma sono stati soprattutto i mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi, a coagulare e ad indirizzare la rabbia dei rivoltosi, per lo più giovanissimi, scesi in piazza.
In Paesi dove la maggioranza della popolazione ha meno di trent’anni, un ruolo importante lo hanno svolto le nuove tecnologie e isocial networks. Attraverso questi strumenti, i giovani arabi hanno potuto conoscere lo stile di vita dei loro coetanei in Occidente ed hanno visto confermati tutti i loro sospetti sulla corruzione delle proprie classi dirigenti, pensiamo all’effetto dirompente delle rivelazioni di Wikileaks. E’ così che sono stati definitivamente delegittimati i vecchi leader, dando il colpo di grazia a personaggi il cui carisma era ormai già fortemente appannato da ragioni anagrafiche e da una vera e propria rapacità che coinvolgeva la cerchia di parenti e clan di riferimento.
Questo spiega anche, almeno in parte, come mai gli apparati di sicurezza, impegnati a monitorare e reprimere il dissenso tradizionale, non abbiano colto per tempo i segnali della tempesta che stava per scatenarsi.
Abbiamo visto che il suo sito non è ancora iscritto a Tocqueville, l’aggregatore di blog liberali, conservatori, neoconservatori, riformatori e moderati. Facciamo un patto: noi la iscriviamo, lei lancia un messaggio ai tanti blogger del centrodestra italiano ?
Ci sto, con molto piacere. E dico questo: non abbandoniamoci alla rassegnazione, ma iniziamo subito a costruire un progetto di futuro, consegnando alla creatività, alla volontà di rinnovamento e di conquista delle giovani generazioni, i valori, gli insegnamenti, la memoria della tradizione.